Egli è stato piacer di Dio che stanotte la
Tessa partorio maschio;
e tutta mattina sono stato in albagìa di farvelo a sapere, o non farvelo;
perchè non vi volea dar noia di venire, chè non è di bisogno; e perchè
(perdonimi Dio) io non so che sia, ove è sodo e buono amore cercando
aggiugnere
comparatico, se non per quanto si dice esser di merito, e
anche legame ordinato da Dio, da averlo in molta reverenza (chi se ne
ricordasse, ma noi mondani il tracutiamo troppo; e forse voi l'avete già
provato): l'altra cagione della mia lentaggine a dirvelo, si è perchè tutti
gli fo fare a poveri, per Dio; pensando farne piacere a Dio per ispegnere
ogni ria usanza. E così ho voluto fare e osservare. E nondimanco,
dubitando che voi non pensaste ch'io avesse a vile la vostra amistà (che
pur l'avete voluto chiedere), per questo
ho diliberato farvelo assapere. E in questo modo reverentemente
v'accetto per
compare, e altrementi no: cioè, ch'io andrò per
Istoldo o
per
Niccolò, che per voi vengano alla testimonanza del battesimo, come
poveri pellegrini. Nome gli porrò come manderete a dire; e se nulla non
mandrete a dire, per ricordo di voi gli farò por nome
Francesco, e (che
dovea dir prima) perchè al Sarafino Francesco ho auta sempre
alcuna divozione; ma il nome vostro (sallo Iddio) m'ha così fatto
pensare. Raccomandatemi alla
comare monna
Margherita.
Lapus Mazzei vester. IIII
augusti.