Al nome di Dio, a dì 20 di
febraio 1393.
Per
Chastangnino n'ebi una tua, e chon esa una di mano di
Niccholao Martini.
Ma lle
brache, nè
panno di niuno
cholore per fare
bottoni, non ebi: aviso che llo arai dimentichato; dinmi per la prima
s'è chosì.
Di quanto ài fatto e detto per detta lettera, ài fatto e detto bene; e
io farò, da que innanzi, chome tu di', e chosì òe ordinato di fare.
Io mando chostà
Cristofano chon
Chastangnino per dare ordine
che qua vengha una altra
anbasciata, che cci sia domane da sera, cioè
meser
Guelfo e
ser
Ischiatta. E in chaso che
meser
Guelffo non ci
possa venire, vengha, se puote,
meser
Piero e
ser
Ischiatta. Io mi
chontentava di
meser
Guelfo e di
meser
Piero e due altri della altra
setta, accò che cci fossomo pùe fortti, in però chi vole fare buona
pace, dèe fare buona
guerra: a chostoro non è paruto. Poi ci sono
questi altri due, dillo cho
meser
Piero e rachomandami a lui
Io sono in tanta pena, quanto mai fue uomo, per lla grande inguria
che nmi pare ricevere: mai senti' chosa che tanto mi dolesse. Questi
dello
Ghonfalone mi fanno la magiore
guerra che possono chon ongni
ingengno che possono, e sono sì posenti che io dubito che lla forza
vincha la ragione. E se io fosse sìe fortte d'animo, ch'io potesse portare
in pace la 'ngiura, pocho mi chu
rerei di questo fatto, in però credo
sarà tutto per nostro melglo, e della anima e dello chorpo e dello
avere: chosì piaca a Dio.
Perché
Cristofano viene informato d'ongni chosa che bisongna e
diratti tutto a boccha, non mi istendo i molto dire; e d'altra parte, la
malinchonia m'asaliscie tanto che io non posso iscrivere. Pensa a
preghare Idio e fare preghare, che di questi fatti facca quello che dèe
esere il melglo delle nostre anime.
Fae di mandare per
ser
Ischiatta e per
meser
Piero, che dovea dire
prima, e per
ser
Chimenti e per
Barzalone; e date ordine di fare
quello bisongna, accò che questi
anbasciadori venghano qua
domenicha
sera e noe cho' nostri
chavalli.
Meser
Guelfo àe
chavallo; se avese
bisongno dello
morello cholla
sella da mala, fallo ghovernare a
Nanino
a punto.
Ser
Ischiatta n'arà bene uno elgli per sé; e chosì se
meser
Piero venìse elgli, e no
meser
Guelfo, puote avere il
morello o llo
liardo cholla detta
sella da valiga. Quello ch'è pùe in punto, quello
manda, e gli altri fae bene ghovernare: che Idio ci dea grazia che tosto
ne siamo fuori di questi e delle altre chose.
Fae di fare iscrivere ongni sera la
ragione di
Nanni da Santa Chiara,
e dicha lungho e noe brieve a cò che si intenda bene: dicha
"andò a
Firenze e porttò la tale chosa dello tale, e rechò la tale chosa
dello tale" sechondo che dirà
Nanni ch'abia fatto. E dite a
Nanni che
dimandi
Filipo o
Nicholò chome à fare di quello recha qua e recha di
qua chostà, e fàcasi
paghare qua d'onni chosa recha, qua e chostà, a
questi
lanaiuoli, e dìavi i
danari, e voi ne fate
richordanza: "a me à
dato
f
. uno", "ònne fatto
richordanza". Fate di
chonperare, quando a
punto viene, della
ispelda per mescholare choll'
orzo e cholle
fave e
grano; e fa bene prochurare queste
beste di basti e di
ferri e d'ongni
altra chosa che bisongna. Non te ne fidare di persona: manda alcuna
volta per
Mattarello, e fa che provegia tutto; e dìe a
Bernabò che lle
prochuri, e simili
Filipo A tutti dì quello ti pare: che Dio ti guardi.
Manda
panni lini e
panno e l'
asenpro, e faràti fare, la
Francescha,
quelli
bottoni. E mandaci, quando a punto ti viene, di quello bello
pane ed asai: tengho mecho
Cristofano e
Chastangnino chontinovo. E
manda uno
paio di quelli
chaponi, quando a punto ti viene; e se tti
pare, manda altre chose. E quando le
bestie venghono vòte qua,
manda delle
lengne grosse.
per
Francescho di Marcho, in
Firenze.
À poi trovato la
Francescha, trovati i
panni lini e
panno
ischarlato e
rosato e faràti fare, la
Francescha, i
bottoni il pùe tosto potrà: dici chome
vòi siano fatti e di che
cholore,
seta, i punti, poi che ai tenpo di dirllo.
Mona
Margherita, dona di
Franciescho di Marcho, in
Prato, propio.
1393 Da
Firenze, dì xxj di
febraio.