Al nome di Dio. A dì XXI di
marzo 1395.
b
uon' ora che non v'ò iscritto in proprietà, perchè per lettere di
conpagnia
s'è scritto de' fatti di qui quanto è suto di bisogno, sicchè di quanto bisogna
son certo da
Stoldo arete saputo. E di poi a dì 20 ebi la vostra de' dì 11, che
per questa vi farò risposta.
Chome dite, gran pecchato è di questa
città a vederla guastare chome
s'è fatto da un pezo in qua per li chattivi regimenti ci sono stati, chè
ciascuno à 'uto riguardo al suo bene proprio, e chome l'avanzo sia ito,
pocho ànno curato, il perchè
sono venuti al partito, e tutto si può dire sia per loro pecchati. È omai
tanto durato la cosa, che a ciascuno rincrescie, e in poeti mi pare resti la cosa
a volere questa
città abia riposo e buono stato. Or Idio per la sua grazia metta
in cuore a ciascuno lo afare di volere adrizare tutto in buon ordine, chè,
facendolo, in pocho tenpo si riarebono per modo mai parebe ci fosse suto
guerra nè lle tribulazioni ci sono state da un pezo in qua, sì buona
città è
questa, e a questo modo sono ora non debono potere stare.
Èssi detto essere fatto certo acordo tra costoro e 'l
conte per modo questa
città
arà riposo. Non so se si sarà vero, chè nulla se ne può credere, se non quello
per opera si vede. Or Idio lasci seguire di tutto quello il meglo deb'essere di
questa
città e simile della nostra; e quello ne seguirà sarete avisato.
Quanto dite,
Istoldo vi dice che
Andrea dà ordine di venirne di costà colla
donna, ò inteso, e, come dite, il migliore partito arà preso. Così piaccia a Dio.
È perchè li parea la spesa di qui fosse grande al piccolo utile avea diliberato
di lasciare la
casa e d'assottiglare la spesa. Ora voi dite avere diliberato che la
casa non si lasci sanza vostra parola, e che qui volete rimangha
Lorenzo ed io
chollo
fante, perchè date ordine a fare delle cose più che mai e di lasciare il
murare. Or Idio vi lasci piglare quel partito sia il miglore, e sì d'onore e di
vostro contentamento.
Alla parte di
Lorenzo, credo o son certo per
Andrea ve ne fia scritto
sopra ciò. Chome esso dice, il
fratello l'aconciò chon
Francesco Alderotti
e ch'è per istare qui co lloro, di che
esso è al tutto diliberato d'irvi. Vogla Idio pigli buon partito, chè miglor
pane che di
grano mi pare vada cerchando. Assai glen'è suto detto per
Andrea,
e simile io glen'ò detto mio parere, e non c'è modo si vogla isvolgere del
partito à preso. Forse sarà per lo meglio di lui e vostro, sanz'altro dirne.
Avendo a tenerci
casa, male si può fare sanza un
gharzonetto. Ècci qui un
giovanetto ch'è da
Montechatino, ch'è stato con
Bruno e da llui si partì per le
diversità di
Bruno, e pocho contento fu
Bruno si partise. Avendo a tore
nessuno, no mi pare si potese miglorare, perch'è praticho qui e conoscie la
gente chon chi se à ' fare. Per
Andrea credo vi fia detto sopra ciò, sicchè in più
dire no mi distendo.
L'ordine darete de' fatti vostri mi piacerà forte, pure sia di vostro
contentamento e bene; e piacemi mi ricordate il bene fare, e òllo caro chome
da caro padre, ch'è quello amore vi porto a voi e vostre cose come figluolo de'
portare a
padre, e di ciò vi rendete certo e sicuro. E penso di tenere tali e
sifatti modi, che di me non vi potrete altro che lodare, e simile ciascuno di
vostra
compagnia, o sarebe per non conoscer più. E, sanza più dire, di me fate
quel
conto che di vostro servo, chè disposto sono a ubidire senpre i vostri
comandamenti e ciò che per voi mi sarà chomesso; sicchè a voi istia il
comandare, chè ubidiente senpre mi troverete, perchè certo sono mi portate a
me e mie'
fratello chom a vostra cosa. Prieghovi, chomechè so non bisogna,
l'abiate per racomandato, e che falando l'amuniate come vi pare meglio.
Non più dicho perchè il
fante vol partire. Idio sia di voi guardia.
Per lo vostro
IACOPO, vi si racomanda. Di
Genova.
Per mia parte mi racomandate a monna
Margherita vostr e all'altra vostra
brigata, e simile a
Domenicho e
Stoldo