Al nome di Dio, a dì x di
marzo 1384.
Per
Andrea e per
Francescho di Matteo Belandi mando chostà la
chinea e llo
morello: fanne fare buona guardia alla
Bartolomea. Ànone
bisongno perché que no lgli posiamo bene ghovernare perché ciaschuno
àe asai a fare: riposerénci quando a Dio piacerà. Mandami domane
il
pane arete fatto, per
Andrea, in sue il
morello. La
chinea guarda
chostì tanto ch'io la mandi a chiedere, e falla
ferare domane:
Giovanni
dèe avere fatti fare i
ferri. Se
Niccholò di Piero non à a fare al
vasello, dilgli vi stia tanto sia
ferata; e s'egl'à a fare, dirai a
Monte che
vada insino là e dicha a
Giovanni le faca i
feri di chappe chome
promise.
Io penso a spaciarmi il pùe tosto ch'io potrò, e veronne chostà, e
prenderemo partito di stare tue qua o venire a
Pisa e rimanere chostà.
I' òe tante chose a fare che l'una mi fa dimentichare l'altra:
quando piacerà a Dio, sarà altro di noi.
A
Monte dirai ch'io andrò di presente alla
ghabella e dirolgli
domane quanto arò fatto cho loro: credo faranno quello fia da fare.
Anchora gli dì ch'io credo fare fine di tutti i
chanovaci di
Fulingno
a
danari
chontanti. Quello seguirà sapra' domane. Per fretta non
dicho altro. Idio ti guardi.
Francescho di Marcho, in
Firenze
Saluta tutta la
brighata e dìe a mona
Chara "
Andrea recha 1
martelino a
Checho".
Margharita, donna di
Francescho di Marcho, in
Prato.