Al nome di Dio, a dl xx di
febraio 1387.
Ieri ti scrisi di mano di
Simone, e per malinchonia non provìdi a
tutto quello era di bisongna, chome che porti pocho; èmmi intervenuto
quelo che tue m'inchantasti. Ò que trovate delle chose che mmi
dispiacono asai, e quella che pùe mi dispiacono sono due. L'una è lla
quistione tra
ser
Tomaso e
Niccholao Branchaci: otto dì ne sono istato
inpacato e anchóra no ll'ò aconca per difetto di
ser
Tomaso. Domane
credo s'aconcerà, e poi sarò pùe intero a l'altre chose e penserò allo
ispaco, che mai credo vedere il dì: in tanto dispiacere ci sto per molti
chagioni.
I' òe ordinato che qua non si
muri pùe di questo
anno, salvo di
que alla mia partita; èci aconco per modo che non ci
murando mai
pùe, ce ne posiamo pasare molto bene per ora.
Io ti disi in quella d'ieri che tue facési uno
vilano alla fanculla di
Chiarito, o saccho che si chiami chome ti pare, chosì ne fa' il pùe
tosto che tue puoi: volglo che qua torni, in però che ongni bene che
l'uomo fa a molti è tutto perduto, salvo quello che si fa per amore di
Dio.
Io iscrivo a
Niccholò che tti levi quelli
panni che tue vòi, chome
che 'l tenpo è molto chontradio a levare
panni. Quando ti pare, fatti
levare quelli
panni che tue vòi, e pensa a ghodere, e fa che tti sapi
guardare da questo umido, e mangia di quelle chose che tue credi che
tti siano buone; fatti fare della
tregiea e fatti
chonfettare di quelli
anici
chostì in
chasa, e abi consilglo cho
maestro
Giovanni di tutte quelle
chose che tti siano buone, e sàpiti conportare cholla
Bartolomea, per
bene di te, e datti guardia della
chasa e di tutta la
familgla. In questi
dì ti manderò tutte quelle chose che mmi parà siano buone per mandare
chostà, e manderòti della
otriacha; se per
Istefano di Conello
n'ò, la ti mando, ch'aviso di sì.
Io t'avea chèste pùe chose: mandami quelle ti paiono. Que àe
delle
mandorle; al
fondacho digiuno ongni dì e sto bene.
Qua à di belle
nocuole: se tue ne vòi, dillo, sono belle chome
quelle di
Marsigla; se me ne ricorda, per lo primo n'arai 10
libre.
I' òe il chapo in tante parti, ch'io no mi ricordo ora d'altro. Idio ti
guardi.
Racomandami alla
zia e saluta chi tti pare.
Francescho di Marcho, in
Prato.
Margharita, donna di
Francescho di Marcho, in
Firenze.
1387 Da
Prato, a dì
.. di
febraio.