Al nome di Dio, a dì 29 d'
aghosto 1389.
Iersera ricevetti tua lettera, e fumi uno chonfortto. Oltra a l'altre
malinchonie, che non ò poche per la mia fortuna, ò male gh
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di tutto lodo e ringrazio Idio, che d'ongni chosa sono dengno.
Per chagione che istanotte veghiamo insino alle sette ore a votare
il
pozo e istamane chonviene
ispengnere 5
mogia di
ghalcina, accò
non si guasti, non ò agio dirtti tutto, perché io non sapea che
Biagio d'Aleso
dovése chostì venire; ma perché tue non ti disperi pùe, ti foe
questa.
Tue sarai qua e saprai da tutti la vita ch'i' òe tenuta e rimarai per
chontenta; e se fóse posibile che tue potési sapere tutto, diresti il
contradio di quello di'. Non ti poso ora dire altro: sarò chostì chome
pùe tosto potrò, che sarà forse domane da sera, e farotti rimanere per
chontenta, e altro non ti poso dire ora. Che Idio ti guardi senpre.
Francescho di Marcho, in
Prato, chon asai malinchinia di pùe partti, per mio difetto in pùe chose.
Monna
Margherita, donna di
Franciescho di Marcho da
Prato, in
Firenze.
1389, Da
Prato, a dì 30 d'
aghosto.