Al nome di Dio, dì xxv di
magio 1394.
Di poi ch'io parti' di chostà non t'ò scritto per non vedere molto il
bisongno; e da tte nonn ò aute lettere, salvo ogi una pichola e non
chonta nula, se non di lettere ch'avesti da
Pisa e mandasti chon essa,
che un pocho me ne maravilglio che mi dovevi fare avisare chome
stava
Filipo e dire chome la
mula sta e dirmi se
Filipo chonsilglia
ch'ella si
sanguini e de' modi se ne tiene: fa d'avisarne.
E ditemi quello che
ser
Chimenti à seguito chol
Chumone delle
lb
.
100, e se ebe da
Michele di Falchucio f
. 6, e da monna
Ghita
f
. 10, e
da
Boscho
f
. 2.
E avisami se mandasti del
gengiovo a
Nicholaio Martini. E ditemi
se
Matteo d'Andrea è ito a
Charmingnano per que'
danari vi s'anno
avere.
Ispillitti d'
Inghilterra non truovo per anchóra: avisami se tu vói
ch'i' ti mandi de'
parigini. E dimi chome facieste de l'
orzo per la
mula, e ditemi quante
lengne à rechate
Schiatta e se voi avete scritte le
some ch'elli àe arechate o chome avete fatto e se v'à adimandato
danari. Se ti paresse di farne
chonperare a
some al
Tarpuccia - ora di
questo
mese che ne deb'esere buon
merchato - lo fa', e ponete ch'elli
"deba avere"; e tu,
Nanni, ne tieni il
chonto bene a punto e fa ch'io
non abia a gridare, e dà ordine d'avere de'
sementi per lo
verno per
chostà e per qua; puoi mandare
Matterello dove vi pare che se n'abia
milgliore
merchato e cierchare chi più apiaciere vi fa, sì che non ne
siate inghanati.
Avisami se que' di
Pisa ànno mandato l'
otriacha di
Bernabò e dimi
se voi avete manimesso il
vino della
botte grande, e se n'avete
venduto
o chome n'avete fatto. E tu,
Nanni, fa che
Pagholo di Bertino levi
quello
chonto da mme a lui ch'io gli ò detto più volte, sì che, chome
sarò chostà, io possi
chontare cho llui. E fate fare bene que' 2
torchi a
maestro
Matteo che sieno buoni per la
chasa; e dimmi se ttu se'
andata a
Gringnano, che mi dicie
ser
Lapo che tti scrisse tu v'andassi;
e fa di mandare spesso a la
brighata di
ser
Lapo del
vino e de l'altre
chose, in perrò ch'io non potrei mai meritare a
ser
Lapo la faticha
dura per me e il buono amore che m'à; non puoi erare a fare loro
onore, e manda loro delle chose che ttu credi ch'elino abino bisongno.
Dite a
Nicholò di Piero che non dia
danari a
Guidaletto s'elli gli à
rechato
guado da
Pisa, perrò che dè dare
danari a mme. Richordate al
Tarpucia que'
chordovani, e se no lli pare ch'ellino stieno bene nella
logia li metete nel
fondacho del
giardino; e se 'l
Tarpucia no lli vole,
fate che
Nicholaio Branchaci li veggha elli, e se li vole per
f
. 12 il 100,
glel date, cioè per
f
. dodici e mezzo: per meno non si posono dare.
Quando
Nanni da Santa Chiara ci viene, ci mandate uno
barile
d'
olio de lo vergine; e se lla
farina riescie bene, manda del
pane; e
avisami chom'ell'è tornata quelle 7
staia di
farina.
Richordovi di mangare di que'
pipioni e di mandarciene alchuna
volta, se a punto vi viene; e mandami de'
chalcietti e gli
ochiali miei
ch'io lascai chostà; e mandami uno
paio di
scharpettine da
chalze
solate.
Sapi da monna
Simona per quanto ella vole che nnoi diamo quel
suo
panno lino: chavaràsene quel
vantagio che sse nostro fosse.
Io atendo allo spacio di questi miei fatti e ad altro nonne atendo, e
spero esere spaciato in questi pochi dì.
Tu,
Nanni, va a
Nicholò di Piero e dilli che troppo li pesa la
penna, che non m'à scritto nulla ed io no lli pote' parlare quando
parti', e a lui nonn ò scritto perch'io l'aspettava
sabato, e che
Domenicho di Chanbio
gli à
chonperate le
bisaccie: avìsi se vuole li si
mandino o vole li si serbino tanto ci sia.
Altro non dicho per ora, se non che ttu proveggha a quel bisongna
e alla
famiglia per modo la chosa vada bene. Dio ti guardi.
Franciescho di Marcho, in
Firenze, salute.
Saràci 2 lettere, una a
Nicholaio Branchaci e una a
Chanbio Feri:
datele.
Tu,
Nanni, fa di provedere bene questa lettera e métasi inn eseguizione
quello si può, e fa di rispondermi a ongni parte.
Monna
Margherita, donna di
Franciescho di Marcho, in
Prato.
1394 Da
Firenze, a dì 26 di
magio.