Al nome di Dio, a dì 22 di
luglio 1395.
Per
ser
Baldo n'ebi una tua risposta a due mie, ed ebi il
chapuco,
chome ch'io no ll'aba veduto. Apr
esso rispondo a'bisongni, e brieve
perché non ò tenpo ed ò molte facende in pùe modi, per modo mi
tol
gle la volgla dello mangiare e dello dormire. Io me ne sono istato
chagione e sono: e ragione c
he ne porti la penitenza. Di tutto sia
lodato Idio senpre e per sua santa grazia mi presti t
anta vita e tanta
della sua grazia ch'io mi richonoscha in verso di lui chome desiderio.
Di quanto ài seguito de' fatti della
richolta e di tutte l'altre chose,
mi piace: fai quello
ch'è di tuo
[ms.: tuono
] onore. Richordoti che altro no ne
porterai di questo mondo se non il bene o 'l ma
le farai. A questa
partte fo fine perché non è di bisongno e per chagioni dette di sopra.
Perché io istia in pensieri de' fatti di chostà non ti dèi maravigliare,
in però nella mia
[] vegio quello fa la
familgla tutto dì, e chose
achorre in una ora, che l'uomo n'àe asai u
no buono pezo, e tu sai
che per uno isdengno picholo s'ucide uno uomo alchuna volta. Tue
chonosci la mia natura, e sai quanto mi sono dure partire ingiure. Fai
bene se vi provedi: magiore piacere non mi puoi fare e, facendo
questo, viverò senza malinchonia e ancho tue. Fate quello potete e
l'avanzo si rimangha; io non sono per mettere pùe a stracha me nè lla
mia
familgla di molte chose chom'ò fatto per lo pasato, salvo ne
rivedere i miei
chonti ed achoncare i fatti miei della anima e dello
chorpo: a questo no metterò niuno niegho. Idio mi dea grazia ch'io gli
vegia achonci, se gli piace.
Della lettera dello
maestro
Matteo che fue cholle vostre, non mi
dite nulla: dite se l'ebe.
Della
chiave dal
Palcho credo sia buono fare quello dite: tenetela
voi chostì e tiella tue sì che niuno vi possa andare sanza tua parola. Io
verò chostà il pùe tosto potrò e daremo ordine a tutto; e poi ne
veremo qua tutti, che c'è melglore istare che chostà ed àci d'ongni
chosa melglo che chostà, e perché la
chasa sia pichola no monta nulla:
vale melglo in
chasa
pane che in
palagio fame. Ma io me ne guardo
uno pocho per amore di chotesto fuocho penace ch'è tra chotesti
pazi: che Idio gli faca chonoscienti tutti i chativi.
Io non mi parto di
chasa da scrivere e llègere; erami detto che
Santo Iachopo era
giovedì, e pertanto dissi chosì. Se tti pare, manda
quella giente
domenicha sera; l'altro dì è
Santa Anna, in però che
questo
Crocifisso vorei fosse chostì se si puote e se nno si rimangha:
dira'mi chome truovi le gente a punto e se ci volglono venire o nno.
Niccholò di Piero mi dice che
Nicholaio Martini si chomunichò
istamane, e che noe milglorava punto: atendo da tte quello sarà seguìto
aprèso la
medicina.
Se lle
tina non si possono trare e mettere nello tereno nuovo, non
monta nulla; forsse sarà melglo indugiare tanto ch'io vi sia
[ms.: via
] e che llo
palcho sia fatto, sì che rimanghasi. Se ci viene
Ghicardo da
Melano
qualche modo vi troveremmo, chome io vi sarò giunto, che quella
chamera non istarà inpacata di questa
familgla. Ancho mi pare che
Antonio Micochi non abia fato venire quelle
tavole nè
trave; manda
per lui e dilgli "tue n
on tieni i modi chon
Francescho, tue non
chonsideri noi istiamo qua a disagio e
France
scho è a disagio a
Firenze
per uno ischizo di chose abiàno a fare qua" e intorno ciò que
llo ti
pare, sechondo ti risponderà. Credo i fatti suoi istiano asai male; sono
delle chose ò sapute.
Poi che in questa ora ò desinato e io non ò dormito molto
istanotte, non poso bene iscrivere, e però non ti maravilglare se ll'è
male iscritta e s'io non ti rispondo a tutto: istocci chon dispiaciere
perché vorei tutti foste qua.
Dello
ghabellotto, nè d'altro, non ò chura di loro fatti; forse
mi domanda per
lb
. 3
s
. 5 dèe avere: di lui e di tutti gl'altri ò
pocho chura, chosì fa tue, che diguni ne fosomo noi se llo melglo
dovese esere! Manderotti domane, se posso, di questo
vino biancho.
Se
domenicha ci mandi di quella giente, mandaci de'
pipioni e
qualche
polastro: quelli diedi tutti a'
Piaciti. Manderotti domane la
ghabia de'
pipioni e quella de'
polastri. Idio ti guardi. Non poso
pùe.
per
Francescho di Marcho da
Prato, in
Firenze
Barzalone di Spedalieri, in
Prato, propio.
Monna
Margherita, dona di
Franciescho di Marcho, in
Prato.
1395 Da
Firenze, a dì 22 di
lulglo.
Risposto.