Al nome di Dio, a dì xxiij di
maggio 1397.
Per
Meo di Bartolomeo,
nipote di
ser
Ischiata, vi schrivemo questo
dì risposta a una tua autta pe
Dino del Boda. E fu cho
esa, 1 a
Nicholò di Piero [ms.: di Piera
], 1 a
Bernardo di Lucha da
Musigniano: e però fate
d'avéla, che non si perdino chome fecie un'altra volta.
Fa di mandarmi quel
veluto o quelo voghi pe
libricuolo
[ms.: libricuuolo
], a ciò
ch'io non abia a spendere, e po' faremo fare di fuori a le
monache,
chon uno
mocichino chome si chostuma. In questta sarà la
misura
chome vol esere largho e lungho il
veluto, sì che mandalo.
Ditemi se la
chavala è in puto da potéla mandare a chiedere, e se
l'è
ferata. Recheròne cho mecho i
mocichini; dimi se tue vogli altro.
Dimi se tu vogli
quarnello pe la
Tina o per altri, che n'abiamo una
pezza del bello, a 3
verche, al modo
cicilianno.
Richorditi di fare istare serate le
finestre de la
chucina, a ciò che la
farina no rischaldi; e richòrdati de'
vini che sono in
chasa
meser
Piero, che no si quastasono.
Il
maestro de l'àghora no ci è più: dimi se tu vogli ch'io te ne
rechi e di che raggione. Pe questa no mi richordo d'altro. Idio ti
quardi.
Franciescho di Marcho, in
Firenzze.
Monna
Margherita, dona di
Franciescho di Marcho, in
Pratto, propio.