Al nome di Dio, a dì xiiij di
marzo 1397.
Ierserra n'ebi una tua per
Arghomento, e chon esa quanto mandasti;
rispondo aprèso e brieve perché non ò tenpo. De' fati di
Nicholò,
per chosa che mi sia stato deto o scrito, v'ò dato pocha fede perché
senpr' ò deto ne l'animo mio "se nula aparirà di nuovo, la
Margherita
me lo manderebe a dire"; e sómi imaginato che la chosa fóse a punto,
chome l'è stata, e però no mi sono churato del venire. La
vingnia è
posta, e ogi farò ghovernare certo
lengniame ch'è i
Bisenzio, e stasera
darò chomiato a
Tonino è a
Santo Aghostino, e ierserra die' chomiato a
tuti gli altri: no sono per lavorare di periza di gniuno
lavorio. Sarò chostì
domatina o, sanza falo,
sabato, se piacierà a Dio, e chosì dì a mona
Giovana e a mona
Tadea. Del
matelo di mona
Simona non è altro a dire.
Fa per modo trovi
ser
Giovani Baronetti, e vedi se vole dare que'
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fiorini. Ònne deto a mona
Simona quelo ch'io credo che tue gli
scrivereste.
L'aportatore di questa sarà
Stefano di ser Piero, che viene chostà
per parlare al
maestro
Antonio Chancelieri, per chagione di quella
troia di quela
monacha,
sirochia d'
Alberto, che se n'adò cho quelo
prete, perché mostra che 'l
veschovo vole
rimetere deta
monacha nel
munistero, di che i
parenti de l'atre
monache no volgliono. E pertanto,
manda per lo
maestro
Antonio, e
abochalo chon
Istefano e, per
mia parte e per tua, pregha
maestro
Antonio che questo fato gli sia
rachomandato tanto afetuosamente quanto tue sai, chon dire a
maestro
Antonio "quelo che voi fanete per
Istefano, riputeremo che 'l
faciate a la nostra propia persone": digliele per modo t'intenda. No tti
poso dire piùe per freta, perché vole partire. Idio ti ghuardi.
per
Franciescho di Marcho, i
Prato.
Mona
Margherita, dona di
Franciescho di Marcho da
Prato, i
Firenze.
1397 Da
Prato, a dì 14 di
marzo.