Al nome di Dio, a dì 17 d'
ottobre 1398.
Per
Nanni n'ebi una tua risposta a una mia. Rispondo aprèso, e
dirò brieve perch'è tardi. E prima che altro io ti dicha, perché non
m'escha di mente, mandami domatina le due
botti vòte, che se n'è
trato il
vino; e mandami il
vino della minore
botte di quelle due, dello
vino che fece fare
ser
Lapo; e se lla
botte che v'è detto
vino anchóra
potési mandare, l'arei charo. Ma credo che tante
botti non potesti
mandare a uno tratto, perché ne sono ischifi: verrà una altra volta.
Detto
vino metterò inn una di quelle due che nmi manderai, e poi
verà quella una altra volta. Volglo qua vengha quello
vino della
botte
di 40
barili, sì che
botti mi bisongneranno assai. Non volglo chostì si
truovi molto
vino, perché credo che vi veranno i
cerchatori del
vino di
chontado.
Io ti mando una vista di
panno
bigio, di
f
. 3
canna: fallo vedere a
Nicholò, e se ti chonsilgla sia buono e bello e
merchato ragionevole,
to'lo. Drovèbesene trovare chostì di questo
pregio buoni e milglore
merchato; e fa di rimandarmi domane la vista, e non manchi, che
chosì òe promeso di renderlla. E mandoti 2
once di
refe
nero buono,
e 1
pelle da
chapellina per monna
Giovanna. La
madre de'
Piaciti è in
villa: non ò potuto avere la sua, e ancho non c'à fretta. Farebe melglo,
monna
Giovanna, indugiarsi tanto fóse qua, e poi farlla fare a suo
modo. Questa non so che si
chosti: è del
Fatorino; vegha se le piace e,
se no, sì lla rimanda domane.
I
danari auti dal
Maestriscia fa porre "
Fra
ncescho e
Stoldo debiano
avere" auti per loro dal
Maestriscia, o vero
Nicholaio di Francescho
vochato
Maestriscia. E di quelli di
Barzalone non fare altra
iscritta, se no di mettere a
entrata, e poi gli poremo in sue la
scritta di
Barzalone, che ll'ò mecho qua.
I
danari dati a lo
Schiavo poni "deba dare", e dì la chagione
perché gli volle. E dìe al
Maestriscia ch'elgli arà le
bufole di presente,
e che io foe per lui chome vorei facése per me. Onne fatte pùe lettere
e ònne auta risposta, e follo pùe per servire che per
guadangno che io
ne creda fare.
Per
Nanni òe auto il
vino, e datto a' frati la resta. Volglo qua, cioè
l'uno
barile di quello del
Palcho; l'altro si lasci nella
botte tanto che io
vi sia. E manda, in quello ischanbo, la
botte dello
vino di
ser
Lapo,
chome che
Arghomento dice non vole venire domane qua. Aviso
Nanni ne resterà una e non pùe cioè la vòta. Fate, sanza fallo, di
mandarmi quello
barile del
vino del
Palcho che nmi mancha a una
botte di
Val di Greve. La lettera dello
prete ebi, e chon esa una di
Meo Chanbioni; ma quando iscrisi era al
fondacho, e per facenda
dello chonsiglo non potei tanto dire. Il
charatore rimangha a una altra
volta, e forse faremo sanza lui: quando sarò chostì ne pilgieremo
partito. Io rispondo a
Barzalone: fate che l'abia il
vino ch'è avanzato
nella
botte della
logia. Se lla mandate, mettete nello mezo
barile per
rienpiere le
botti; e in chaso che lla
botte non venìse, lascianelo dento
tanto che voi mi mandiate la
botte. Avemo il
bariglone dell'
agresto, sì
che sta bene.
I' òe dati a
Malvagio
vetturale da
Feghine
f
. nove d'
oro di zecha, e
per
Nanni vi mando da
lb
. cento di
moneta: ripólla tanto che io vi sia,
e se vedi
Antonio di Zarino dilgli che nmi atengha la promesa se vole,
una altra volta, eser servito da me una altra volta: òllo ancho iscritto a
Nicholò.
per
Francescho di Marcho, in
Firenze.
Monna
Margherita, donna di
Franciescho di Marcho, in
Prato.
1398 Da
Firenze, a dì 17 d'
ottobre per
Nanni nostro.
Risposto.