Al nome di Dio. A dì 23 d'
ottobre 1397.
La chagione di questa si è che
Balerino ci mandò uno quarto
di
porcho
cinghiale, che
pesò
libbre undici,
domenicha sera; demolo
lunedì matina ad
Arghomento te lo arechase e per lo tenpo no' te
lo arechò, ché mai no' ci ristete di piovere in tuto dì; pertanto mi
diliberai ch'a venire
martedì sarebe tropo istantio, di che n'ò fatto
tre parte: l'una parte ò mandata a
Barzalona e l'atra a
Nicholò e
l'atra abiàno serbata per noi. Feci rispondere a
Ghuido a
Ballerino
chome noi l'avavamo ricevuto, e che tue eri a
Firenze e che noi te
lo avamo mandato: sì che, se tue iscrivi a
Balerino, ringrazianelo e di'
chome tue l'abia auto.
Monna
Angniola di
Marcho è stata qui ogi a me, e pare che
ser
iSchiatta abia mandato per
Marcho e abino auto molte novele insieme,
e, fra l'atre chose, egli àe detto che, a dispetto di chi no' vorà, che
martedì e' loderà quelo che gl'à a lodare, di che
Marcho e monna
Angniola ànno auto uno gra' dolore e una gra' manichonia, e so'
venuti a me che per Dio il deba fare preghare ch'egli deba indugare
qualche dì; ògle mandato a dire: àmi promeso che none farà nula
insino a tanto che tu ci sarai, né penso che gl'arebe fatto, se no'
che lo debe avere fato a qualche reta; se tti pare da scrivegli nula,
fane che ti pare.
Qui non n'è ogi ristato di piovere; èci istato ogi il
Beso e la
Lodola ed àno fatto quela
cha
lcina ed àno arechati ne'
giardino
trenta
chorenti e, a
chasa
Bartolo, che gl'
achonca, n'àno portati
altri trenta, e a l'
orto n'àno portati otto;
Nanni cho' loro insieme;
non àno potuto rechare né
rena né
pietre, perché
Bisenzo è stato
molto groso.
Richorditi di mandarci de le
chandele; ramentati di levarmi il
mantelo mio, se tu puoi: Idio ti ghuardi senpre.
per la tua
Margherita, in
Prato.
Franciescho di Marcho da
Prato, alla
piaza Tornaquinci, in
Firenze.
1397 Da
Prato, a dì 23 d'
ottobre.