Al nome di Dio. A dì 20
novembre 1398.
Per
Pagholo ricevemo vostra lettera: apreso fare' risposta; della
lettera dite del
priore di
san Fabiano non ne avemo niuna, se non
una andava a
ser
Chonte e quella demo. Delle
frutte ti manderò
per primo.
La lettera del
veschovo vi mandamo per
Nanni;
Antonio Bichocchi,
dice
Ghuido, no' gle dimandò mai e non lo vide mai poi
andasti chostì, sì che vedi chome dice vero.
De' fatti s'ànno a fare, si ramentano a
Nicholò e fasi quanto
si può e a
Nanni l'aviserete a boccha di quanto fia bisongnio.
Le
botte sono choperte tutte queste di qua chol
gesso e cholla
stopa molle, chome iscrivesti a
Nicholò e, per una vi mandamo per
Arghomento iermatina, ve n'avisamo.
Il
geso e le
sacha avemo e a
Nicholò abia' detto, se n'à bisongnio,
ne può avere.
Del
grano farò fare il primo di che non farà sì gran vento.
A monna
Lucha ò mandato a dire de'
lino e dice non n'à più;
ma io n'ò domandato la
Domenicha che dice che n'ànno aughuanno
ghovernato e dice ch'e'
lavoratore di chui egl'era si die' la metà a
macerare e l'atra feci egli, e che la sua tornò dodici dodicine e quella
che die' a fare tornò quatordici; dice che sta molto a macerallo a
la pocha acqua o la tropa:
pesa più quando à meno aqua; il nostro
è molto be' macerato.
A
Nicholò abia' detto quanto dite di
Bindo Piaciti.
A
Ghuiduccio di Duti dise
Ghuido quanto di', e dice che, chome
il tenpo s'achoncerà, farà sì sarete chontento. Idio ti ghuardi.
per la tua
Margherita, in
Prato.
Di poi questa sera c'à mostrato
Nicholò una
poliza per la quale
c'avisi chom'ài ritenuto
Nanni e per lui ci rispondi e manderai quelle
chose per la lettera dice.
Piero da San Donino è stato istasera qui e dice che
venerdì e
sabato sarà a l'
aia e chonpierà il
chamino e farà l'
aquaio e che vorebe
Nanni metesi in ordine quel'è di bisogno.
Alla
Chiusura andrà domane
Ghuido e vedrà il
pagl
iaio.
Al
Mastriscia abia' dato le
chopie e
bufole e
iscritto a suo
chonto e di
Domenicho, ma voi non dite se gl'è a
danari
chontanti
o a quanto termine: ditelo per la prima, ma gl'è be' vero che
Mastriscia
dice a termine di
mesi IIII: dite s'è chosì.
Del
grano dite, feci
richordanza di quello d'
Antonio di Zarino;
la
richordanza si fe' fu che
Francescho e
Domenicho dovesi avere
per
mogia cinque di
grano, avemo per loro d'
Antonio in diminuizione
di
f
. XL ch'egli ebe in
Firenze per
paghare le
prestanze; altra
richordanza non ce n'è in su'
Libro e chosì disi a
Nicholò di Piero
e a
Barzalona ed e' disono che diceva sette
mogia e io disi: "Io
ne truovo cinque, arà forse date quelle due poi e non se ne sia
fatto
richordo, ma io no' mi richordo e non ne truovo più di cinque";
ed e' disono che voi i' sapresti voi, e che ve ne voleano
avisare, sì che, se non se n'è fatto
richordo, non n'è mio difetto, ché
forse non c'era quando le due
mogia venono, ché no' mi richorda
d'aveleci vedute venire, ma sapevo bene che ne restava a dare due
mogia, in però glele chiesi più volte io e però credo l'abia date
sechondo dice. Idio vi ghuardi senpre.
Francescho di Marcho da
Prato, alla
piaza Tornaquinci, in
Firenze.
1398 Da
Prato, a dì 21 di
novenbre.
Risposto.