Al nome di Dio, a dì xxvj di
dicienbre
'397
A dì 11 di questo per le mani di nostri vi schrivemo abastanza e
mandamovi una
partita di
danari
rischosi d'
on
. x, da
Parilo de lo Pischopo;
dipoi altre vostre non abiàno aute, sì che ci è mancho a
dire.
Abiàno di poi
rischosi, da
Gianelo Palonbo,
on
. x, e più gle n'abiàno
mandati a
paghare
on
. 7
tt
. * , e chome aremo da lui gl'abi
paghati,
vi
rimeteremo insino a
f
. 200 e più, se più n'aremo
rischosi di
vostro.
Noi mandamo a
paghare a Noia, a
Monacho de la Bela, uno
resto ci resta
a dare per voi e per noi e no gl'à
paghati, sì che non vi maraviglate
se non si
risquotono sì presti, che noi non posiamo andare a loro,
perché non si va sichuro in veruna parte di questo paese. Tante volte
glele traremo ch'egli
pagherà, e se mai viene in questa tera noi saremo
paghati: chonvienci usare piacievoleze cho loro a
[] tenpi che
paghano a lor posa.
Di fatti di
Biecholo non s'è dipoi fato niente perché sono le
feste.
Fato le
feste saremo
chogl'altri
chreditori e vedremo di trarne le mani e di quanto
faremo sarete avisati.
Nè altro c'è dire. Cristo vi ghuardi. Per
Michele di Iacopo Lottieri e
conpa
., in
Ghaetta
Franciescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo e
conpangni, in
Firenze
1397
Da Ghaeta, a dì xiiij di
gennaio
Risposto