Fratello karissimo, come credo abbi sentito della mia presura a
Finale
insieme cholli
ambasciadori, nella quale fu' rubato di
cavalli,
denari
e
panni, tanto che porto
danno di più di
fior
. CCC, or chome piaque a dDio, per
bontà di
Matteo di Iacopo Arrighi col quale solo era rimaso in pregione,
per meço d'uno
ambasciadore del
conte, il qual era venuto per liberare lui, fui
liberato da lloro a dì X di questo, sano ma povero
e in farsetto, per
singulare gratia da Dio. Dico così perché, liberati gli altri, solo me erano
diliberati far rimedire,
e pertanto mi partirono dagli altri, faciendomi
dire ch'io mi ponesse la
taglia,
e mmmandero
nmi di sopra a guardare in
una
torre. E pertanto vi prego ringratiate
Matteo per mia parte, perché da llui
congnosco essere liberato.
Da poi fui in
Genova a dì XI, et credendo avere grande allegreçça per la mia
liberagione, come fui giunto, sentì la maladetta novella della morte del mio
caro
fratello, la quale m'à tanto dolore dato che molto m'era meglio stare
nell'aspra pregione in ch'io era che questo. Et sono sì adolorato che ll'animo
non mi ci sente né patiscie di scrivere alla
Lorita né a
suor
Lena né alla mia
donna. Et però non posso ricorrere se non ad voi, che siete nostro padre et
fratello, e pregovi che queste donne vicitiate per mia parte, e dite loro quel
che vi pare
e mostrate questa lectera i
nperò che ll'
Antonia mi scripxe
non crederebbe mai io fossi fuori di pregione, se non vedesse lectera di mia
mano. Or queste donne vi racomando quanto posso.
Ò diliberato in sul primo buono
pasaggio andarne a
Vignone per mare,
e
così astetto per sapere se potesse questa
state farvi qualche bene in rimedio
de' miei danni. Et poi, perché sono stato molto consigliato da questi
ambasciadori del tornare a stare a
Firençe, credo tornare a stare di costà, et a
questo mi muove lo sventurato caso, acciò che lla
Lorita non si truovi così
sança
fratelo.
Ò richiesto
Bruno in questa mia povertà di XII
fiorini, e dicemi per lo
vostro amore servirmene, e già n'à dati septe. Ringratiatelo,
e quando gli
scrivete, me li racoma
ndate. Racomandatemi a mo
nna Margherita
e
nominatamente a tucti nostri amici. Idio vi guardi sempre!
Per lo vostro
maestro
Naddino in
Geneva, a dì XIII d'
aprile.
[sul verso:] Franciescho di Marco da
Prato in
Firençe propio.
[mano: differente da Francesco] 1390, da
Genova, a dì XXI d'
aprile.