Carissimo fratello, egli è più
mesi ch'io non v'ò scripto, e solo per
malinconia de' chasi ocorsi di qua, i quali avrete sentiti da' vostri, e voglia
Idio che non pegiorono! E del caso di monna
Margherita ch'aveva scripto ben mi
ricordava, ma ebbi sì tardi la
'
nformagione del
maestro
Giovanni ch'alla
primavera passata non si poteva metere a esecutione, ché viene essere buon tempo
o d'
aplile o d'
otobre. Ora la vi mando acciò ch'al presente
ottobre la possiate
adoperare.
E tuctavia, come per altra vi scrissi, abiate consiglio con
vostri
medici se fosse d'agiugnere o scemare nulla secondo lo stato in ch'è ora
mo
nna Margherita. Le chose ch'io vi scrivo nel
foglio inchiuso in questo
furono ordinate per me a una donna ch'era del tempo e della
condizione ch'è
premessa nel principio. A quella à sì forte giovato ch'elle non solo è libera
delle doglie, ma ella fecie prima un fa
nciullo masc
hio
e questo
anno
n'à fatta una femina,
e tucti a bene e vivi. Et così piaccia a dDio che
advegna alla vostra donna!
Il mio fanciullo è stato del
mese passato molto
male di
fluxo de ventre,
intanto ch'io dubitai perderlo. Ora per la gratia di Dio è
guarito, ma l'
Antonia
apresso si puose giù di
febre
e del medesimo
fluxo. Ora è meglorata
e
cessata la
febre e 'l
fluxo, come
che si senta molto debile. Et
ringratiate per me mo
nna Margherita di quanto ci à fatto mo
nna
Lisabetta, ch'è stata in
casa a farle il
pollo pesto
e servirla di tucto
come fosse sua
serochia. Idio ne lle rendda buon merito, ché per certo io ne le
sono molto tenuto!
Del fatto della sua
casa, della quale dovavate avere risposta da uno di
quelli Placiti che lla voleva
comperare
e era a
Vinegia, non rispondeste
may. Preghovi che, se nn'avete risposta, che ne scriviate qualche cosa
i
nperò che qua è uno
Bartholomeo di Sandro da
Firençe che v'intenderebe,
se quelli vostri
parenti non v'intendesono.
A
Parigi sono ritornati i
signori
duchi che venno
ro qui. Apresso v'è con
loro honorevole
ambasciata del
re d'Inghilterra per prendere
moglie per
lo
re d'Inghilterra, chi dicie la
figliuola del
re di Francia ch'è
di VII
anni,
e chi dicie della
figliuola del
conte di Lançone, la quale
si dicie essere una bella creatura,
e questo più si crede. Apresso tractono
de unione della
Chiesa insieno chol
duca di Baviera e conn
a
mbasciadori del
re de' Romani che più dì fa furono a
Parigi. Idio
dia loro gratia di mettere il mondo in pacie, ché mestier cie n'è! Qua si fa
poco di qualunche arte. Le
merchatantie
e tucto ci paiono morte.
volgete
[sul verso:] Io vi pregho, quando siete a
Prato, mandiate per
Baldello
mio
fratello
e che lli racomandiate i miei facti,
e diciateli per mia
parte che mi mandi per
iscripta l'
entrata
e l'
uscita de' miei facti
e
quel che gli resta, i
nperò ch'io voglio sapere ogn'
anno com'io spendo di
costà. Et s'elli no 'l farà, mi conviene dare brigha o a voi o a un altro che
mel facino. Racomandatemi mille volte,
e così l'
Antonia, alla vostra donna.
Che Dio sia sempre guardia di voi!
Per lo vostro
maestro
Naddino in
Vignone, a dì XV d'
agosto.
Franciescho di Marcho da
Prato in
Firençe proprio
etc..
[mano: differente da Francesco] 1395, da
Vingnione, a dì 8 di
settenbre.