Per altra vi scripxi a questi giorni passati
e manda'vi
l'
ordinança per mo
nna Margherita. Penso l'arete auta. Apresso vi scripxi che
diciate a
Baldello che ' miei fatti gli sieno racomandati
e che mi scriva
l'
entrata
e l'
uscita
e lo
resto di questi tre
anni passati;
e così
vi pregho il faciate, se non l'avesse fatto.
Apresso vi prego mandiate a dire a monna
Giovanna che fu donna di
Ticcio,
madre di quel giovane che venne coll'
Antonia, com'è più d'um
mese che s'è
partito dal suo
maestro i
nperò che 'l
maestro no 'l vuole più tenere, ché
non à bi
sogno di giovani ch'aprendino a sonare leuto o
vadano
diportandosi pe' verçieri. In somma assai l'ò preghato, il suo
maestro. Egli
no 'l vuole più in
casa, et con altrui non si truova dove aconciarlo, sì che in
sulla prima
nave verrà a
Porto Pisano credo ch'egli monterà,
e tosto lo
riavrà a
Firençe.
Anche le fate dire che lle piaccia rendermi le spese ch'io feci in lui quando
in
casa fu malato più di quatro
mesi, come dee fare,
e per sua lectera
e
dell'
avola dei giovane mi fu promesso; e basta bene avere auto lo sconcio e 'l
puçço e la malinconia sì gran tempo sança metervi il mio ultra questo. Quando
venne qua, da prima stette in
casa più di due
mesi a miei spese ançi che
s'aconciasse a
maestro. Et veramente, si di tucto mi desse trenta
fiorini, non
sarei
pagato. Nondimeno io lo
rimetto in loro che faciono quello parà loro
discreto. Salutate mo
nna Margherita
e tucti vostri per nostra parte.
Sono a' vostri piaceri. Che Dio vi guardi sempre!
Per lo vostro
maestro
Naddino in
Vignone.
[sul verso:] Franciescho di Marcho da
Prato in
Firençe prop
rio
etc..
[mano: Francesco] Da
Vingnone, a dì 20 di
settenbre 1395.