Al nuome di Dio ame. Fatta a dì 29 di
magio 1385.
In questi dì passatti ricevetti più vostre lettere a le qualle per anchora no vi
abiamo fatto risposta a chonpimento perché
Bascano non è qui. E a dì 20 di
questo vi mandamo una picolla lettera per la qualle vi dicemo chome
Bascano era
andatto di fuori per alchuni servigi del nostro
Singnore. E poy tornò e vite le
vostre lettere e volontieri v'arey risposto se no fosse che anche tornò di fuori
per lo detto nostro
Singnore sì che abiatello per ischusato se no v'à risposto.
Piacavi di
rimetere a
Vinegia quelli
danari di
panni brescani che tanto tempo fa
sono
vendutti e mandatelli a ricevere a
Mariano di Sozino da
Siena che ne
faca nostra volontà e questo non falli che là n'abiamo disaxio.
I
panni da
Chomo e da
Mellano vi restavano a
vendere e chossì i
bordi credo
arete dispacatti a
baratto di
lane di
San Mateo chome iscriveste di fare. E
però se fatto è, siamo chontenti, quanto che no providete di
spacalle
subitamente a cò che ongni nostro
chonto abi fine che bene n'è tempo. E detta
arete fatta
lavare e mandare a
Cremona a
Grigoro Chalzavacha che ne faca
nostra volontà. E saremo chontentti che detta
lana avesse al quarto di
nera se
si potesse e de le
veture providette d'avere buono
merchatto però che le
lane
ànno qui sì mala
chondizione chome may vedesse e chi vuolle
vendere bissogna
arogiere tantti
danari
chontantti e tore
panni e di tutto rispondete per prima
lettera.
Potrete dire a
Francescho di Marcho che da noy non atendo
ghuado però che
l'amicho che c'à altre volte servito a
Voghiera non è in questa parte, anzi è a
Vinegia e là è per stare tempo assay sechondo sentiamo. E a
Voghiera non abiamo
altro amicho di chuy si potessamo fidare però che fa mal fidarsi di persona da
Voghiera sì che a nostra fidanza no ne statte.
Noy facamo qui grande festa di questo nostro
Singnore che c'à tratto di
servitudine che da lo 'nferno sì può dire siamo venuti al paradixo, che di molte
varìe siamo levatti che prima avevamo. E più non abiamo chani né altre tempeste
assay che prima avevamo di che lodiamo Idio di tanta grazia che c'à fatto e Dio
li presti grazia di conservare lunghamente. À aute tute le
città di
misser
Bernabò paciffichamente, sanza colpo di spada, ma solamente di volontà di
citadini che sono venuti a proferille che bene possono dire essere venutti da
morte a vitta!
I vostri
chontti anchora non sono
chonci aspetando che
Bascano ci fosse che
chome ci sarà li metarà a ordine. Altro non c'à dire. Idio vi ghuardi.
À con questa una lettera autta da
Vingnone a
Francescho di Marcho.
Bascano da Pescina di
Mellano.
Domino
Francescho di Marcho da
Pratto e
chompagni,
in
Pissa.