Al nome di Dio. Fatta a dì 10 di
settenbre 1392.
A dì 6 di questo vi scrissi con quelle di
Basciano, cioè con quelle di
Franciescho di Bonachorso, e chon esa vi mandai 2 lettere a
Firenze 1 a
Francescho e 1
Domenicho e 1 a
Vingnone, aretele mandate.
Di poi ebi la sera 1 vostra lettera ch'era vechia a dì 31 d'
aghosto, diròvi
brieve per questa. Òvi detto come a
Basciano parlai e quello m'à risposto: chome
voi dite sarò a
Firenze e vedrò se una ghistone à con
Franciescho e chone
Stoldo
si potrà achonciare e poi vedremo quello vorà dire. E simille cho lla grazia di
Dio sarà pasata la moria è chostì, chosì piacia a Dio.
Io vi disi per altra chome
Lucha m'aveva scr
itto da
Chastellonuovo ch'io
mandasi a
paghare a
Firenze o a
Pisa di quello avevo bisogno. Di ch'io ne stavo
i pensiero però qui no si trova
danaro per
Firenze e qui s'è istato da 6 giorni
e più no si trovava uno
danaro per
Gienova per la novella ci venia chattiva. Di
poi ieri ci è stato uno gienovese ch'à
danari per
Gienova più di
f
. 10.000 e no
si trovano a pari e sono
montati a due. Ieri vi mandai a
paghare a usanza
f
. 400
a
Iachopo Sardo e
Ghuido di Domenicho per
canbo di
f
. 406 ebi qui: al
tenpo gli
paghate e ponete a
chonto di nostri di
Vignone.
A l'auta di questa m'avisate quanti quanti
[sic] danari vi resta di quegli
v'àno
rimesi quegli di
Vingnone e simille se avete
rischosi i
danari delle
pelle
d'agnello
vendute sì ch'io vi posi mandare a
paghare quello vi resta. E se nulla
vi resta a
rischuotere vi pregho solecitate di
rischotere però i questi 10 dì
partirò di qui ed io è ichora bisogno di
f
. 300 o più.
Per questa no vi dicho altro. Avisatemi per la prima chome vi dicho quello vi
resta chostì. Idio vi ghuardi.
Tieri di Benci saluta di
Melano,
Franciescho di Marcho e
Andrea di Bonano e
chonpagni,
i
Gienova.