Al nuome di Dio, amen. Fatta dì 22 di
novebre 1392.
Ieri avemo vostra letera fatta dì 16 di detto e àci pocho a dire perché nulla
poy c'à di nuovo. E de le
merchadantie da
Vinegia v'avissaremo ma sapiamo che di
là ne sarete avissatti de le
navi di
Soria che vi sono gionte sì che sopra cò
non dicamo più inanzi.
Abianvi detto per altra che per certo qui non è da metere
lane di
San Mateo
chi non prende
panni di
lana che si
spacano a
Vinegia e altre volte ne sette
avissati.
Fustani di due
chandalieri si potrebono chondure chostà a
f
. 29
dozina, di due
romitti
f
. 30, siatene avissatti e se ne volete il ditte.
E ci piace ch'e fatti di
Pissa seano repossatti e a Dio piaca che quella mossa
chonducha buona pace che no rimanendo da l'una de le parte sarà. So bene che per
quella di qui non rimarà obtenendo quello si dè di ragione: Idio ilu
mini chi
à il torto e mandi sì buona pace che la
Italia dica ripossi a cò che
merchatanti
possano
trafichare chome sogliono l'uno con l'altro e non veghiamo altro di
bissogno a dire. Siamo a vostro servigio. Idio vi ghuardi. Per chostà 2 1
/2
pegio questi.
Bascano da Pescina di
Mellano.
Sarà con questa una letera di
Goro di Stagio il qualle si parte questo dì per andare a
Firenze. Idio salvo lo faci.
Domino
Francescho di Marcho e
Andrea di Bonano,
in
Gienoa.