Al nome di Dio, amen. Dì 30 di
novenbre 1394.
A dì 22 vi scrissi l'utima per
choriere e chon esse 1 a
Vingnone e a vo' dissi
quanto fe' di bisongno, aute l'arete e mandate. Niuna vostra ò poi e ora c'è
pocho a dire.
E
f
. 207
contanti auti da
Domenicho Grasso arete posti a
chonto chome si dè,
rispondete.
Ò auto più non avete di que' di
Vingnone
f
. 50: debon bene
rimettere, ritereteli
di queli. E sarebe buono
achoncassimo il
chanbio di chostà qui de' 450 a cciò
non s'invechiasse più. De' primi 200 debono 'ser
rifati
f
. 2 1
/2 chome v'ò detto
al
pregio
rimissono cotesti di
Francesco di Bonachorso a questi qui. De'
f
.
100 li mettiano 3, di chostì qui, che niuno
chanbio abiano auto di questi
f
. 200
d'ora:
valeano
f
. 5 di chostì qui e i' nò auto
f
. 3 1
/2 che cc'arebe
f
. 3:
sarebono in tuto
f
. 8 1
/2. Di questo fatto sapete bene non me ne tocha niente e
fo quanto m'è chomeso: achoncatelo sì che non abi rimorchi d'altri, rispondete.
Sonsi chomincati a
vendere
chotoni a
Vinegia secondo sento e a
pregio che
veranno qui
lb
. 15. Non so chome si regeranno: qui si
vende
lb
. 14 cento,
saprete come farà.
Zafferani è assai i
Monferato e pocho ci se ne
vende
s
. 58
libbra,
orta
boce
s
.
56.
Saràcci lettera a
Pisa, mandate.
Giovanni di Domenicho andò a
Vigliana insino a dì 23 cho la
roba, atendolo
di presente.
Né altro vi dicho. Cristo vi ghuarda. Per costì 3 3
/4 in 4 per cento. 1 a
Pisa mandate e 1 a
Barzalona; 1 a
Francesco di Bonachorso, date.
Tomaso di ser Giovanni in
Milano.
Francescho di Marcho e
Andrea di Bonanno, in
Gienova.