Al nome di Dio, amen. A dì 26 di
febraio 1394.
Stamane cho lettera di
Manno vi scrissi e niuna vostra ò poi e ogi
dirò brieve per questa.
Deto v'ò de la
lana venita qui: provederò a lo
spacco d'essa chol più
avanzo si potrà e diròvi che farò.
Vo' dite che dovavate mettere alchuna cho
sa na
schosa in questa
balla poi no ne dite niente: sarà restata ta chosa per la
doana di
qui. Si vuole chiarire se non andrè il charo co buoi, vuolsi
pagare
per quelo ch'è.
Se qui ne manderete per mandare in
Chatelongna ditelo di buonora e per
aventura
[] in qualche
balla di queste mando a
Vingnone e poi
Boninsengna ne farà quelo direte.
Òvi deto quanto mi chonvene segure qui e per chagone, secondo
l'amicho, ònne detto a
Francesco e a
Boninsengna sopracciò quanto
bisongna, atendo risposta.
Quando mandate lettere non venghino perse, mandate che chapitino a
Manno o a'
Boromei e aròle e qui resti.
L'amicho d'
Andrea non c'è sì che rispondete.
Sarà in questa una a
Vingnone, mandate di presente e non manchi.
Paga qui
oro filato a l'entrare
s
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libbra, andando per
transito se
n'arebe per aventura qualche grazia.
Tutta la
roba mandate a
Vingnone va per lo chamino chorto e siquro,
graze a Dio, e
roba assai v'ò mandato a questi dì pasati.
Né altro vi dicho per ora. Cristo vi ghuardi per
Tomaso di ser Giovani in
Milano, dì 27.
Non date niente al
fante ch'è
pagato qui di tutto.
Francescho di Marcho e
Andrea di Bonanno,
in
Gienova.