Al nome di Dio, amen. Dì 12 di
gungno 1395.
A dì 6 per da
Vinegia vi scrissi l'utima, auta l'arete, e niuna vostra
ò poi e ora nonn è a dire.
Ebi una da
Stoldo più dì è chome era a
Pisa e risposi quanto fe' bisongno per
altra.
Dissivi come ritornai a
Guido a
Pavia e per anchora niente vuole: se bisongno arà
di nulla dice richorerà a le vostre chose chome a le sue propie. Per anchora sono
là: penso che,
spaccati saranno, verranno qui e ieri gunse l'
anbaxciaria de lo
'Nperadore.
Avisai v'ò detto de la
chavalchatura e per anchora non c'è: se avere la potremo la
fornirò e sarà chosa buona o staràssi.
De la
lana
venduta v'ò detto in altre e apresso chome ve ne toccha de
ritratto pe
vostri
f
. 195 a
soldi
provenzali
lb
. 276
s
. 19
d
. 1
inperiali e tanto n'ò a vostro
conto.
Rimesso che v'arò i
rexto, vi d
irò le
partite.
Atendo che
Boninsengna mandi alquanto de l'altra de la novela, diròvi chome se ne
farà.
Come detto v'ò, diè qui a
'Ntonio di ser Bartolomeo parente di
Stoldo
f
. 20 e detto ò a voi li
paghino chol
chanbio ragonevole e chosì penso faranno e
voi fate d'avelli e ponete a
conto.
Nè altro vi dicho per questa. Cristo di ghuardi per
Tomaxo vostro vi si racomanda.
Francescho di Marcho, in
Firenze. Propio.