Al nome di Dio, amen. A dì 6 di
gienaio 1395.
A questi dì v'ò scritto quant'è suto di bisongno e vostre
lettere non ò poi e di nuovo non è a dire.
Per altre v'ò detto chome s'è chomincato a mandare a
Pineruolo e a
Vigliana e, grazia Dio, tutta la
roba avevo da
mandare là è ita a salvamento. E risposta n'ò da
Michele di Nono
l'à mandata a
Vingnone per lo chamino di
Tornoni, che
Dio salva la chonducha!
Stoldo è venuto a
Pisa: arà provisto se di
lana si potrà fare
niente. Sopra
lane òli detto sopr'esse quanto bisongna, qui
si stanno a l'usato.
Al presente fo pocho qui, atendo
Boninsengna facci ora al
gienaio il chiexto nuovo. Penserò a fornillo chome domanderà
e po' chredo mi darà licenza vengna chostà: quando ciò sarà,
vi dirò.
Non so chome si vorà inpaccare in questo
anno in
fustani per
là e per
Barzalona, atendolo da lui. E nn'è al presente asa'
buon
danari: arebonsi 2
chandelieri per
s
. 52 e 53
peza, di
guado per
lb
. 16
s
. 15, di chontinovo vi dicho chome qui
fanno.
I' ò auto poi lettera da
Boninsengna ed è avisato di più
roba
messa messa
[sic] a chamino e parte n'à riceuto, grazia a Dio.
Dicie farmi il chiesto ora di questo
mese e, fornito che sarà
ora a
Quaresima, dicie potrò venire chostà e per altre mi
dirà quant'arò a fare.
Non di meno avendo a fare qui non mi partirei per niente ma
se fare si potrà chon achoncio il farò. Aviseròvi che seguirà
e se di qua avessi a portare niente costì dite di buon'ora.
Farò sanz'altro dire per ora. Cristo vi ghuardi per
Tomaxo vostro vi si racomanda.
Francescho di Marcho,
in
Firenze. Propio.