Al nome di Dio, amen. Dì 7 di
marzo 1395.
A dì 2 per da
Pisa vi scrissi l'utima e con ese d'amici:
arete aute, rispondete. Poi n'ò aute 3 vostre, le 2
copie, e
e
[sic] l'utima ebi dì detto de dì 26 de l'altro e visto quanto
dite rispondo.
Come vi s'è detto la
cassa di
tafettà e
seta ebi e qui
l'abiamo e per anchora no vegiamo bene tutto di mandare per
Vigliana né vi si manda per niuno ma bene speriamo la chosa
si dovrà achoncare di corto e sì piaccia a Dio.
Ma perché è chosa perde tenpo non potendo mandare come dite
fo
conto, come si partono questi
vetturali che la portorono
da
Pisa, di rimandalla per loro a cciò sia presta là da
potere mandare per
Steve Michele poiché di qua non si può
chosì al presente, di che ci sa male per amore di voi e di
noi che male a punto viene. Diròvi chome seghuirà.
Le
lane
bianche de' nostri di
Pisa,
saccha 19, fini come v'ò
detto a tenpo
chalend'aprile a
scritta di
bancho di parte e
resto in buone persone. Restami
saccha 8 di
nera che chome
conpratore verà la darò via per lo mè si potrà e dovete
eserre certi per noi se ne fa quel si dè.
Abiamo in punto parte de le
mercie e pocho ci resta:
atendiano ci diciate quanto se n'à a fare e per dove volete
si mandino. Abianvi forniti di buona
roba e di
vantagata e
buoni
danari.
Traemo a
Vinegia chome vi disi insino a dì 26 di
febraio in
loro medesimi
lb
. 13 di
grossi per
lb
. 217
s
. 9
d
. 2
inperiali da voi. E dicemmo a
Zanobi li traesse da voi e
però, traendoli,
pagate e ponete a nostro
conto qui.
La resta traremo chome verà a punto e direlovi e indugeremo
il più si potrà.
La
chotta domanda
Francescho per
Ridolfo di Lanfrancho
vedreno fornire e sarà bella e buona del
peso domandate. E,
secondo vostro scrivere, conprendo vuole eserr
chaccata.
Quando fornita sarà la mandereno a
Pisa ci sia mandata e
aviserenvene.
A
Francesco da Pescina diè le lettere mandate per parte di
Francescho di Marcho.
E sì la lettera, coè la
chopia che la 'ntende mè che la
prima, e ben vi so dire è chruccato di quanto dite, chome di
suo cruccio pocho monta. I' gli ò detto per me intornno a
questo fatto, ora e altre volte, mio parere e pur sarè bene e
onore omai questi
conti abino fine che tenpo n'è. L'effetto
sie che si chonviene atendere che
Ghuiccardo tornni e poi m'à
promesso vuole vi siamo su e che se ne vegha fine e si
chiarischa il dovere de l'una parte e de l'altra. Quanto per
me non resterà già a fare quelo si dè perché fine abino ora e
ci chonviene atendere
Guiccardo chome vi dicho che da
chontare chon
Francescho non è e non 'l farè altresì. E
quando
Guccardo sarà qui e noi vedremo a che le chose debono
venire e voi di tutto aviseremo.
Volete vi diciamo sopra
panni
scharlatti di chostà che
spaccio c'arebono. Fate conto che
scharlatte di
grana,
finisime e alte, e vogliono eserre un
cholore pieno e non
trope chiare e 'l
cholore vuole eserr perfetto. Avendocene 3
in 4
peze si
venderebono
lb
. 4 il
braccio esendo finisime e
alte e perfette di
cholore. E il
panno di chostà, de la
lungheza vi s'usano fare, tornna qui
bracia 42 e non più
secondo dichono. E per non potere erare vi mando in questa
uno
spagho ch'è a punto 2
braccia di qui sì che potete vedere
chome vi getta e se 'l mandare è per voi o nno.
E mandando si vuole vedere sia chosa buona chome vi dicho
ch'esendo altrimenti sarebe faticha avere
f
. 80 de la
peza.
E, secondo mi dice alchuno, questi
Boromei ce ne misono una
volta e chonvene le desono per lo
pregio se lle vollono
vendere.
À di spesa una
peza di
scharlatto al mettere qui
f
. 2 1
/2 e più
d
. 4 per
riva. Parmi chosì al di grosso non ci sia grasscia
al mettere e tuttavia vo' sete in sulle cose e vedrete che si
può fare.
Avendoci u
mischio di grana, bello e finisimo e aperto di
colore, in sul modo di
Borserla chome vi si suole fare chostì
alchuna volta, ci si
venderebe
s
. 50
inperiali
braccio di qui
e vuole eserr fine e ben
mischio di rosso di grana ch'avanzi
l'altro.
Altra
panina per qua al presente non è.
Piacimi di
Cristofano ito a
Barzalona e penso arete
diliberato il meglio e sì piaccia a Dio.
Dite
Francescho à volontà m'
abochi cho lui e mi piace e
licenzia mi dà del venire quando lasciare posso sanza
schoncio de le
chonpangnie. E simile da
Boninsengna ò licenza
e a mezo questo mi dè scrivere da
Vingnone quanto debo fare.
Penso per tutto
aprile eserr a chamino, se piacerà a Dio e
s'altro di nuovo no venisse. E inanzi parta darò chonpimento
a quelo ci arò a fare che niente lascerò a fare, né di dare
né d'avere né di mandare né di ricevere
roba: teren modi che
saranno buoni e, quando per venire sarò, ve ne aviserò.
Di poi questa serra dì 8 è tornato
Guiccardo da
Vingnone:
quando ci parrà tenpo diremo sopra questi
conti e vedreno che
modi voranno tenere sopr'essi e aviseròvene.
Sopra
scharlatte, se mandate, provedete chome vi si dice. E
sieno fine e alte e forte a la mane e chariche di
colore e
potetene mandare pur due
peze per un
sagio.
E 'l
mischio, esendo fine e
adrapato chon aperto
cholore ne
potete mandare due esendo come vi si dice.
Saràcci lettera a
Francescho e
Domenicho e 1 a
'Nbruogio di Meo, date.
Né altro per questa vi dicho. Cristo vi ghuardi per
Tomaso di ser Giovani in
Milano, dì 10.
Francescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo,
in
Firenze.