Al nome di Dio, amen A dì 11 d'
aprile 1396.
Ieri per da
Vinegia co lettera di
Zanobi vi scrissi l'utima, arete aute. E
vostre non c'è poi e ora dirò pocho che anche per da
Pixa dì 5 vi dissi il bisongno.
Come v'ò detto, l'otto
balle di
mercie fornite per
Barzalona mandai a
Pisa a dì
8 che vi debono eserre a dì 18 di questo: credo sarà a tenpo, conduchale Idio.
Or per lettera da
Pisa vegio la
nave dè partire va a
Maiolicha e che queste
mercie vi si debono
charicare su. Di che mi sono ricordato, poiché i' ò auto
lettere a questi dì passati da
Maiolicha, e secondo dichono di poche chose v'è
assai, sì che vedete se mandate tutte queste non vi stentassono perché queste
merce sono fornite per
Barzalona e chose sarebe per l'una parte che non sarebe
per un'altra. Perché posiate vedere e trare se v'è
sustanza, in questo dicho vi
mando in questa una lettera auta da
Maiolicha insino di
febraio.
Vedetela e, se v'è da provedere, fatelo: potresi mandare la
balla del
passaperle e alquna altra di quele dov'è il
filo di
fero. Fatene come vi pare.
Sarebici venuto a punto questa
nave fosse ita a
Barzalona per mandare alquanti
fustani. In questa vi mando i
leghagio delle
balle mandai a
Pisa e, come arò
fornito la nona
balla domandano, credo mandalle. Farete per voi chome vi pare di
mandare: faròvene
conto a punto per la prima altra.
La
chassa di
tafettà ebi a dì 8 e, come detto v'ò, in questi pochi dì la
metteremo a chamino e già sarebe se non resta per
charestia di
guide però queste
robe abiamo noi e altri non è da dare a tutta giente. Ma come che sia, inanzi
sugelli questa, vi dirò come sarà e nostra possa faremo presta vada e in ciò
provederemo come farà bisongno.
Atendo ch'arete seguito de le
scharlatte, mandate pure cho le
vivangne al modo
di chostà e non altro.
E
mischi v'è
perdita a mettere qui, si restino.
Sopra
conti e altre cose no ne chal dire. Atenderemo di seghuire quanto per più
vi s'è detto e, seguendo altro di nuovo, saprete.
Né altro vi dicho per questa. Cristo vi guardi.
Tomaso di ser Giovani in
Milano.
Francescho di Marcho e
Stoldo di Lorenzo,
in
Firenze.