Al nome di Dio, amen. Dì 29 d'
aprile 1396.
A dì 23 co lettera mandata a cotesti di
Francesco di Bonacorso vi scrivemmo
l'utima e niuna vostra abiamo più dì è che ne sian maravigliati e ora non è a
dire.
Dicemmo come sentimo chostì erano venite
navi da
Barzalona e che indietro debono
tornare. E per tale avisate se ponessono a
Pisa per levare
roba per là che a
punto ci verebe molto e, facendolo, avisatene a
Pisa i vostri a cciò faccino
presta la
roba ànno per là e che posino provedere a la
siqurtà. Or questo non
manchi avisiate e s'ora andranno, in buon'ora, se nno andranno per la prima altra.
Quando niente sentite di
Steve Michele dite ch'a
Pisa mandamo ieri
roba per dali.
Stassi questo chamino di
Vigliana pur chosì e noi e altri or è 10 dì mettemo da
balle 80 per mandare là e anchora sono a
Vercelli perché non veghono da pasare
siquro anchora. Noi v'abiamo in questa
balle 4 di
merce: inanzi partino donde
sono, vedren com'è.
E a
Vercelli restorono perché sentirono 5
chara di
roba venia da
Vigliana qui
era sostenuta a
Turino nelle terre del
Prenze. Or, per quel si dicha, sono
lasciate ma di certo non si sa e 'sendo sarebe buona nuova. Diròvi come farà.
Sopra
coralli e altre cose per lo pasato asai e tutto sta a l'usato.
Credo di questo
mese andare a vedere
Francesco s'altro non disturba, saprete
come seguirà.
Né altro per questa vi dicho. Cristo vi ghuardi. Per
costi e
Pisa 3,
Vinegia 4
1
/8 in 1
/4,
Parigi 2 3
/4,
Brugia 1 1
/2 pegio.
Tomaso di ser Giovani in
Milano.
Niente date al
fante ch'è
pagato qui.
Francescho di Marcho e
Andrea di Bonanno,
in
Gienova.