Al nome di Dio, amen. A dì 6 di gienaio 1396. Ieri avemmo una vostra per Vinega de dì 18 de l'altro, rispondo. Sopra a fatti di meserr Vani e di questi Boromei ve n'ò detto asai e quelo ne so. In efeti è quelo che per più si tiene: se non basta non ne posso altro ma, se piacerò a Dio, per tutto questo partirò per esere costà e di bocha il potrò rafermare. Abiamo rimesso a Vinega a Zanobi di Tadeo lb. 15 s. 4 d. 3 1/2 grossi per Gachomino di Ghogio e conpagni per f. 152 s. 4 d. 6 inperiali qui a me medesimo sì che aconciateli chome bisongna che dare mi dobiate qui per detti rimisi lb. 253 s. 3 d. 4 inperiali. La resta vostra rimetteremo in questi dì come verà a punto e diròvelo. Da Boninsengna ò che dare dovete loro da f. 500 di choiame venduto di loro ed è passato il tenpo. Ora questi saran buoni a la tornata farò qui e per questo non ristarò di rimettere el vostro resto. E più dichono dovete dare loro di lane vendute a Vinegia, vedete si richuotino poi quando tornerò s'abino. La roba mandata pù dì è è passato Brigha tutta a salvamento, grazia a Dio. Ditelo a Domenicho di Chanbio e che auto non ò la seta e veli à mandato per da Ferara: quando li arò manderò chome detto è e aviserònelo. Delle scharlatte farò mia possa finille anzi parta. Né altro dicho per questa. Cristo vi ghuardi. Tommaso di ser Giovani in Milano. Francescho di Marcho e Stoldo di Lorenzo, in Firenze.