Al nome di Dio, amen. A dì 23 di
marzo 1396.
A questi dì v' ò scritto quant'è suto di bisongno e poi ebi una
vostra de dì 16 e rispondo brieve.
A
Giovani Boromei abian promesso per lettera de lo
Sparvieri
per dì primo d'
aprile
f
. 303 per 300 costì. Al tenpo saranno ben
pagati e se li manderanno starà bene se nno in costà li traremo e aviserenne.
È vero che in questi 3 dì vo a
Cremona che al tenpo non sarò qui
ma laserò a questi di
Manno li
paghino non portandoli
Lanfrancho e
in costà li traghino. Diròvello che farò e voi avisato
Franceschino, esendoli tratti, li
paghi.
Tutti e
danari tratti avete
pagato e posto a
conto di
Vingnone e
di là tratti: gittano mala ragone al presente e pure bisongno ce
n'è per cose fornite. Vedete, mentre la
charestia è, sostenere il più si può.
E nostri di
Vingnone sì vi
schontano de'
danari v'ò tratto da
gienaio in qua, ònne chiarito chome bisongna.
Avesti da
Lodovicho
f
. 205 e posti a mio
conto. E di poi arete
pagato e
f
. 200 trattovi e
f
. 175 ponete a
conto di
Vingnone e
resto, pe sopradetti,
rimettete.
Sopra
fustani non è altro a dire: quando vedrò da mandarle siquro, il farò.
Qui stanno tutte cose a l'usato e pocho si fa.
Manno d'Albizo è a
Vinegia e in questa sarà 2 sue, rispondete.
Chanbi 1
/4 in 1
/2,
Vinega 4 3
/4,
Pixa 4 pegio,
Parigi 3
meglio,
Brugia
s
. 30
d
. 3 in 4
franco.
Né altro vi dicho. Cristo vi ghuardi per
Tomaso di ser Giovani in
Milano.
E
saccha 8 di
lane vi deono mandare e nostri di
Vingnone finite
costà se si può chome vi dicevo e qui niente mandasi che
chapitale
non se ne farebe.
Francescho di Marcho e
Andrea di Bonanno, in
Gienova.