Al nome di Dio. A dì 14 di
luglio 1400.
In questi dì vi s'è iscritto a pieno poi né prima abià vostra che n'abiano maraviglia
e donde proceda è mal agevole a sapere. Sian pur certi le lettere son gunte a voi e
forse avete risposto e per nostra ventura saranno perdute: vogliavi preghare quando
non trovassi da scrivere qui a dirittura li mandate a
Genova a'
Bardi che se ivi
gunghono poi l'arè ben qui.
Noi v'abiano per più detto d'una
baletta di
panni che
Averardo di Firenze vi
mandò più tenpo fa perché a noi la mandassi ed è tanto che, nonché qui, ma a
Brescia
sarè gunta! E pur ci sono venuti de'
veturali e tutto quello che ci fa dubitare sie
il non iscriverci e se abiano dubitanza dorma a chamino in qualche parte isperando
voi che gunta fosse. Sì che, chonchiudeno, no' vi vogliano preghare c'avisiate quello
è seghuito di questa benedetta
balla e se l'avete mandata dite dove dè chapitare e
per chi. E 'n chaso fosse anchor chostì, piacavi di mandarla, e se qui a dirittura no
lla potessi mandare, chome vi si disse, mandatela a
Cremona a
'Ntonio di Grazia
che lla mandi qui a noi, o a
Lodi a
Bascanino
ostiere degl'
Ugelli, e se a
Cremona
non trovassi, la mandate a
Piagenza ad
Antonino Chanpanaro e ditegli la mandi a
Lodi allo dito
Bascanino e tragli le spese.
E se chostì avete fatto di spesa niuna, cha sapiano di sì, mandatela a
paghare
a
Genova a'
Bardi o volete li diano qui a
Govanuolo vostro da
Pescano. Or siate
sollecito per Dio e non abiate a male perché sì larghamente vi si dia faticha: in
verità in maggior fatto potresti adoperare noi.
Altro non dicho. Cristo vi ghuardi.
Francescho di Maxo in
Milano.
Manno d'Albizo degli Agli,
in
Pixa.