Onorando amico carissimo. Ricevetti vostra lettera questo
dì, così piena d'amore avete alla
famiglia di
Niccolaio, come
di fede ingannata portate a me; perchè di me pensate quella
virtù che non è: ma la vostra carità non è minore. E intesa
che l'ebbi, da capo la rilessi; tanto mi fu a grado il vostro
giusto e onesto priego, che a me il tengo comandamento. E
rispondendo in uno verso, perchè mi diletta più il fare che
'l parlare (perch'io m'era prima assai bene disposto, e
perchè per la vostra lettera m'avete desto e isdormentato),
io vi prometto per questa mia lettera, e per quella fede che
mi mostrate, che m'è paruta uno raggio d'amore, ch'io
adoperrò, con ogni affetto a me possibile, la pace e lo stato
di cui mi scrivete: chè faccendo così, penso non far forse
meno quello dell'altra parte; come che, secondo il mondo reo,
le cose non siano molto agguagliate. Ma, secondo le parole
che suol dire
Guido (con cui, sua grazia, io uso),
Tra cento accordi, non n'è uno reo. E però per
ogni rispetto, e almeno perchè la fede avete in me non sia
indarno, io m'ingegnerò e isforzarò contentarvi. Se mancasse
per non potere o non sapere io più, m'arete per iscusato. E
in questo, e in ogni cosa, di me potete prendere sicurtà come
di figliuolo.
LAPO MAZZEI notaio, al piacer vostro. 30 di
sept
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