Poi vi scrissi per
Simone, ho auto tempo più volte
d'essere con
Ambruogio, e con lui sono stato lungo spazio; e
inteso bene il fatto di quegli
maestri, e ogni circunstanza:
e oltracciò, ho udito
Bartolomeo; il quale, per sua cortesia,
come m'udì ricordare, disse la volea lasciar
conciare a me.
Ora tutto raccolto, ad
Ambruogio (che è di quelle persone
ch'io posso metter per amico) non pare in niuno modo che,
dove che la cosa finisca, costà abbino a venire
maestri a
vedere il
lavorio, come s'usa in simili quistioni, a ogni
Consolato; ma che qua se ne faccia più tosto conto: perché
dice, che chiunche l'arà qua a stimare, il metterà per
lavorio comunale; chi 'l verrà a vedere, il metterà per
dilicatissimo. E di questo dice si creda a lui. E bench'io il
dica malvolentieri, perchè par superbia, io il dico a buon
fine: sappiate ch'io ho sì servito
Ambruogio, che uscirebbe
del mondo, s'io gliel dicesse. Questo ho detto, perché vede
che 'l fatto io l'ho recato a me, e perchè gli crediate.
Siamo stati con quattro
maestri di quel membro che è
Bartolomeo, fra' quali fu uno che con
Bartolomeo non si
parla. E, a fare un fine d'ogni cosa, io vi dirò il parer
loro, che quasi tutti s'accordarono; e come io la
giudicherei, s'io l'avesse a capitare. Tuttavolta io la
rimetto in voi; che o vorrete ch'io la capiti, o vorrete
ch'io la lasci stare, o volete ch'io adoperi che
Bartolomeo venga a voi, e ricettivi per padre, e
rimettala in
voi, e segua il resto c'ha a seguire: imaginando io che voi
me ne fareste onore, però che nè voi nè io vorreste torre lo
sudore a persona. E questo ultimo modo piace a me. Io gli ho
dette delle vostre bontà, e come in vostre lettere voi mi
dite bene di lui: e hollo tutto umiliato. Ma di cosa ch'io vi
scriva, esso non sa niente; sì che in questo avete vantaggio.
Se volesse dire, Io fo assai conto delle spese ho date loro
grasse ec
., e i dì delle
feste, e ogn'altro: di questo, niuno
conto si fa qua; però che sempre si mettono per scompesso
dell'uscire di
Firenze. E tutti trovareste più tosto voler
lavorare a
Firenze a loro spese, che lasciar le
famiglie e
andare a spese altrui. E ancora se vorrete stimare le
giornate, vi rispondo che non vi sarebbe accettato, di simile
maestro; però che mai si fa se non per quanto è il
lavorio:
ed e' dice, che molto misono in vegghiare ec
.. E di quello che
dite del far de'
ponti, e 'l lavorar de'
colori, tutto ho
inteso.
I
pregi vi mando in questo
foglio, i quali io ho fatti; e ho
scemata la sua domanda quanto sono stato consigliato, e
quanto ho conosciuto di verità. E se la cosa vi gitta ove non
pensavate fossevene avveduto da prima, la
legge dice: Che chi
ha danno per sua colpa, imputilo a sè, non altrui. Ma
Ambruogio mi dice, che mai non vide simile più bello lavoro.
Rispondete el più tosto potete, sì ch'io risponda altrui. E
poi che una volta avete data questa noia a me, che l'ho in
diletto, fatene mio parere; il quale è, che ci vegnate su
largamente. E tenete
certo, che ingannato non sarete da
Bartolomeo. Io
consiglio voi come farei me propio; chè in verità ho gran
piacere che chi s'affatica per me, si tenga bene contento da
me, o sia buono o sia rio. E anche so, che avendo messo tanto
tempo per l'anima quanto per queste frasche, mi parrebbe
doverne andare a paradiso.
LAPO MAZZEI vostro.