Onorando amico. Io ho
comperato XIIII
staiora di terra
presso a me, e in altra parte ho tolte le
case di quel mio
cognato con VIII
staiora intorno, isforzato dagli amici e
parenti e vicini di laggiù. E le xxiiii
staiora di quel mio
cognato lasciai stare, perch'era troppa impresa. E conviemmi
far
debito
fiorini c. Ora, perch'io so come l'
arte della
lana
ingollarebbe più
danari che non si potrebbono
battere, e voi
la fate grossa; però avea pensato, perchè sono certo ne siete
iscusso, che forse trovareste costà i detti
danari in
diposito, e
costarebbomi meno che togli a
cambio; e
are'ne meno noia. Io gli vorrei per v
mesi, e non passare
gli otto o i dieci, a
ragione di c. E però se vi viene fatto,
non vi sia grave farmene risposta. Grazia di Dio, io trovarei
qua e delle
scritte e de'
depositi: ma io gravo tanto spesso
questi miei buoni amici ch'io ci ho, e per me e per
parenti e
amici, ch'io gli vorrei risparmiare, quand'io potesse. Io
scrivo questo dì a
Stefano Bellandi, mio
consorto a
Carmignano, che se non ha
allogati suoi
danari che mi
proferse meno di due
mesi fa, che me gli
presti; e
riserberovvi a un'altra volta. Questo fo, perchè parte della
terra ho
comperata è della
Compagnia del
Bigallo, e voglio
attener loro la promessa. Tuttavolta per l'amor che vi porto
vi priego, che se simili cose non s'usano costà, che voi non
abbiate malinconia, però ch'io ho ben modo qua: ma
vergognavami non richieder voi di qualche cosa, ove fare lo
poteste sanza sconcio.
Guido è pure in sulla vena di venir costà; ma è ora di
Collegio, ed ègli malagevole fuor di festa: ma ha caro
indugiare, perchè vuole vi si levi ogni fummo e impaccio
dall'animo della venuta che fe in
casa vostra quel Signore.
LAPUS MAZZEI vester. v
iulii.