La lettera di
messer
Piero è fatta, con quanto affetto di cuore s'è
potuto; e pensa a mandarla: e non posso stimare
messer
Piero non
abbia sua intenzione.
Agli amici della
Gabella del vino, per lo fatto vostro, sono stato.
E veggio aremo noia a poterlo fare acconciare; non perchè non abbiate
ragione, ma per altri rispetti: direngli a bocca, e proverenci.
Dalla
Torre arete il
maestro, quando andremo agli
uficiali a chiedello: e
penso vi faranno quella
ragione che disiderate. Gli
Statuti ho letti, e
sono di tutto informato.
Del fatto del
Sale ancora ho presa buona informazione; e arenvi l'amico
che ci farà
ragione: che altro non vorreste. E dicemi che pensa sarete
servito, quando con la
famiglia ci sarete.
Altro non ci è a dire. Salutate
Barzalone, e pregatelo vi conforti a sapere
portare in pace tante noie quante avete di dì e di notte, di vostri fatti e
d'altrui. Iddio piaccia che questo nostro tempo in così fare venga in fine
a esser bene ispeso; che è da dubitarne. Per me il dico. A Dio
v'accomando. Salutate la
comare, che ben lo potete fare, tanti è ch'io
non mi ricordai di lei.
LAPUS vester, primo
novembris.