Ecco il fine delle nostre opere. Ieri VII di
luglio vi fu posta la
prestanza. Or potete stare e tornare sanza questo sospetto. Non so che
ne pare a voi: ma pare a me, che a voi sia levata dalla mente grave
soma; ad avere a
stare qua a collegio, e dire e disdire, e promettere e giurare, e
saramentare, e stare nello 'nferno diavolo e tra diavoli, per cose vane e
vili. Io penso arete consolazione aver ciò saputo; perchè so vostra
natura. E credo, per quanto io senta, quando saprete come gli altri buoni
mercatanti e
guelfi fiano trattati, ch'a voi sarà stato fatto onore e
convonevolezza. A bocca saprete quello che
Stoldo e io scrivemmo,
quando da lui vollono pur sapere qualche fondamento.
Domenico vostro è or tratto; e, secondo mi dice
Stoldo, egli ha gran
voglia di mostrare i
libri suoi.
Stoldo si duole forte con lui; e oggi andrò
a
Domenico, e dirògli mio parere: e se bisognerà, non sarò suo amico da
questo
anno, se vorrà pur fare a suo senno. Quello è quel poco di bene
ch'avete; e egli il vuole mostrare: e penserassi dell'altre cose quel che
non è, e vuolvi
rimettere a partito.
Penso
Tommaso sarà qui tosto; e tosto sarà a voi. Iddio vi
conceda il
meglio per l'anima: l'altre sono favole d'Isopo, o ragionamenti d'animali
che pascono l'erba. Cristo vi guardi. -
LAPO MAZZEI vostro. VIII di
luglio 1401.