Per darvi un poco da pensare, stasera al tardi andai con
Nofri a solo; che non so quando più m'accadesse, perchè mi sto
volentieri solo. Accadde ragionare dell'ordine
della sua
famiglia; e io confortandolo negli avviamenti, mi disse:
Uno ora va allo
Studio a
Bologna, c'ha qui udito
legge; l'altro va a
Vinegia; due altri pensa avviarne a uno taglio o a una
bottega
d'
arte di
lana, nuova, che far vogliono. E dopo diri, venimmo a dir
di voi, però che v'ha amore: e dicemi che compagnia gli viene
avere; e ove a voi venisse prima in consolazione dell'animo, poi
pensaste n'uscisse frutto, non sa a cui vi cambiasse; perchè le
genti non sono oggi buone a Dio e a'
compagni come si solea. Ben
mi priega che s'io ve ne parlo, che 'l vero è che ne pensarebbe
farvene appiacere: non che e' vi cheggia, nè che e' ve ne preghi
punto; però che non è questa la sua intenzione, se non di piacer di
voi. La
famiglia è pur buona e onorata, e sarestene amato e
onorato qui e altrove. Io ve ne scrivo; chè son fatto sì dimentico,
che potrei travalicallo; e poi me vergognerei. Vuole, dice, mettere
egli
fiorini dumila, e dumila un compagno gli piaccia: ma anzi fermi
con persona, vuole fare ad agio.
La risposta mia fu, che voi avate poco l'animo a
Firenze; e anche
con lui mi stesi un poco più a fondo in questo. E che pur se
ristesse qui, vi ritraavate da
Vignone, da
Barzalona, e di tutto: ma
non si potea fare in uno dì; e ch'io non sapea a che fine. E dissi
dirvene qualche cosa, e saper di vostro animo: e ch'io sapea
l'amavate molto; e se
Guido fosse vissuto, delle cose grandi si
sarebbono fatte. L'ultima, che
Nofri disse, fu: Se ti pare
dirne da te nulla, dillo; e se non, tientela. Ora posso dirne e non
dirne, come vi parrà. Qua da
domenica vi vedrò: che oggi,
dimandando io all'uscio vostro di voi alle venti ore, mi fu detto
andavate a tavola: in pace sia dell'anima.
Se a' dì XXI ci fosse
Nanni con una
bestia o due, manderei incontra
a
Lionardo che torna per
podestà, e chiedemi uno
ronzino, o forse
due. E anche potrebbe esser, il nuovo
podestà, che ora è in
contado, ne menarebbe tanti, che n'arebbe a rimandare, e non
bisognerebbe: che così fè
Lionardo. E come ci sarà, il saprò: dico
del nuovo. Vorrei fare a buon'otta. Tra voi,
Domenico Giugni,
Niccolò da Uzzano, e
Nofri, sarò servito: ma voglio da cui meno
isconciassi. Quel dello
Spidale è mezzo guasto; che so fra
Duccio
se n'è servito. E' ci ha
miglia ML. E se aveste uno
fante di
stalla, il
manderei per amor delle
bestie. -
SER
LAPO vostro.