Tanto mi piacque che volete ch'io conforti
Piero,
ch'io non ve lo potrei dire. Io gli ho scritto; e mandovi la
copia di quella
gli scrivo. Pregovi la leggiate: e allegreretevi meco di
Nannino, che l'ha
copiata così bene; che ora è ito al
setaiuolo. El vostro
Checco non scrive
peggio di lui; che fa i latini alla scuola.
Bruno sta all'
orafo; ed ègli
entrato per sì fatto modo il disegno nel capo, che le vostre
figure di
Niccolò gli parranno fatte col
marrone: ed emmi ubbidiente molto: e se
vive un
anno, vi ricordarete di quello vi scrivo, tanto è già careggiato
nell'
arte. Sì che vedete la grazia mi fa Iddio: che di nuovo ho auto, da'
Mannelli di
Barzalona, cose di
Piero, assai di piacere da chi l'ama; i quali
io feci richiedere, in molto segreto da grande uomo, de' suoi andamenti.
Sta pure se seguitarà. E però vi prego che, quando avete il vostro spirito
in pace, pregate Dio per me; sì che io non sia
condannato per ingrato; e
sì perch'io vivo in paura, e ho a sospetto tanta prosperitade. Iddio sa il
vero, quello che l'anima mia ne tiene: benchè me ne vegga tracutato e
lento, almeno di ringraziamenti. Il vostro frate nè sano nè infermo ho
veduto: quando verrà, lo riceverò come l'anima e come lo spirito vostro.
E se
ser
Piero mi vorrà credere, noi ve ne
consolaremo: non a fargli ragione, che ci e singular comandamento; ma
empiello di grazia, s'io potrò sì fare col mio
maestro: s'a me sta
confortare lui a fare. Non dimenticherò mai il
Boneca, il quale almeno
sappiate che vi proffera una buona volontade, e amavi in Dio, non in
mondo; perch'egli è reo. -
LAPO vostro. X di
gennaio.