Io ho vergogna, e non mi si parte da lato s'io non ve lo scrivo,
che avendo auto per vostra grazia delle
frutte da
Barzalona dal nostro
fattore, cioè vostro e mio, io non v'abbia dato la parte vostra;
dicendom'egli per lettera: tante
rove della tal ragione, tante
rove della
tale, e tante di tale. Poi alla giunta delle cose dice, che
Agnolo tiene alle
mezze; e così dia qui al fratello: e così ho fatto; anzi è passato il mezzo.
In somma, a me rimane
libbre XII e mezzo di
mandorle, 25 di
riso o
XXVI, e uno
paneretto e mezzo d'
uve assai cattive e asciutte: e dico
mezzo, perchè l'altro mezzo ebbe detto
fratello d'
Agnolo, e uno intero. E
detto mio
paneretto intero mandai al
maestro nostro,
maestro
Lorenzo,
da parte di
Luca; benchè e' saprà la verità: vergognandomi ancora, che
a
Luca io non facea parte. Sì che nè
Lionardo nè mia
figliuola nulla n'ha
sentito; perchè isconcerei il tutto: e però, a modo da
Genova, aggiate
perdono.
La cagione di questa è, che se vi fosse avanzata una sola
scodella di
Maiolica da darmi, per mandar per vicinanza
capperi o
ancioe, ec
., o
per mangiare
insalata; io ve ne prego.
Compero spesso
ancioe, se ci ha
delle buone. Dicolo, chè non pensiate io n'abbia. E so che non ne
mangiate. Io ho piena la
casa d'ogni bene. Laude, onore e gloria sia a
chi le manda; Iddio, nostro principio e fine. Volentieri saprei come
godete con questi digiuni.
E se n'avete, e mandatene più che due, prometto a Dio e a voi
rimandalle a
casa vostra in
Firenze. -
LAPO vostro, sano come pesce, di fuori: dentro, sa Iddio; e io non ne
sono in tutto ignorante.