Hovvi inteso delle venute di
Grignano. Duretto mi pare, ma
ubbidirovvi, col patto di non farmi forza. E io ne fo un altro a voi: che
non richeggiate, ma comandiate, ove è alcuno bisogno; altrementi non
perdonerò a voi: e che nulla mi mandiate, s'io non cheggio: perchè già è
ito, ciò ch'avete mandato, in
lavoratori indiscreti, come
Sandro, che non
potrà bere. Di
Filippo ho inteso, e hollo veduto alla sfuggita.
Abboccarommi con lui; e vedrò insino a entro quanto potrò di sua
intenzione. Se è buono, o no, voi il sapete; impotente nell'atto pur mi
parve egli: ma' e' ci ha di molta ragione infingardi; e in questi dì ho
veduta grande pruova d'una che
filava a
filatoio, o
stame, che l'ho
veduto più
fiorini che non
costò il
podere di
Michele Cicognini due volte.
Di lui non so. Piacemi molto scriviate a
Piero. A lui ho scritto, scriva a voi
in propietà, ec
.. Gli ammonimenti ch'io gli fo ogni dì in confortallo,
farebbono uno nuvolo di lettere: e sperone bene. A
Lionardo farò
l'
ambasciata. Di questo
mese
esce de' XII, e va
podestà a
Vinci; e vorrà
da voi,
come m'ha già detto, di grazia, due
cavalcature per sè e la donna due
dì, e uno
famiglio che le rimeni a voi. Credetemi, se mai mi credeste nel
tempo di quella sete internale che mi scrivete, che vi porta amore e
reverenza; e vive volentieri del suo. E Dio gli fa molta grazia: e sta in
Firenze, in
casa ch'ha
comperata allato a me; e molto si contenta. De'
fatti miei dite il vero; e non so uomo vivente che meglio di voi mi
cognosca. Ancora è meglio avere un poco di lume allo
scrittoio, e non
altrove, che s'io andasse sempre al buio. Credo venirvi a vedere una
volta di
quaresima
maestro
Lorenzo e io, come mi potrò spiccare. E alla
fede, se 'l fo, pena mi fia per non lasciare la dolcezza di questo
predicatore, e l'ubbidienza ho allo
Spidale.
Lionardo v'avviserà parecchie dì innanzi, se 'l potrete servire. -
LAPO MAZZEI vostro. IIII di
marzo.