E' fa più d'uno
mese che a
Grignano uno Pratese, passando,
bevè meco; e novellando di più cose, foste nel nostro ragionamento:
ove notai una cosa mi disse, e puosimi a cuore di dirvelo; e mai non m'è
stato a mente. In quest'ora mi ritorna nell'animo. Questo è, ch'esso vi
lodoe e magnificoe di più cose, e d'una vi biasimoe; pensando per
tracotanza non vi ponesse l'animo. Questo è, che alle cose che fate fare
al vostro
Lionardo, avendo vostra
figliuola si bene allevata, non pare che
e' sia ben fatto; nè che onoriate vostra
figliuola in ciò, come si convenìa.
E però, se e' disse bene, abbiatevi l'occhio; se potesse o a
Firenze o a
Prato metterlo, or ch'è giovane, in qualche avviamentuzzo onorevole; e
che per voi ventasse uomo. L'amico che 'l disse, l'ho tenuto a mente, e
dirovvelo: e nol notai per altro, se non perchè mi parve vi portasse
amore; e con
Lionardo
non penso abbi niente a fare. Scrissivi della
Porretta: non n'ho risposta,
nè la cheggio. Mandovi la
ricetta: chè n'aranno grande profitto i Pratesi
che l'usano, a saperlo. Forse furono oltra venti
medici a ordinalla; e me
fe sano: prima la grazia di Dio. -
SER
LAPO vostro. XVIIII
luglio.