Carissima, io vi priego che se le mie lettere dispiacciono a
Francesco, che
voi diate modo che egli ne sia paziente, e non l'abbia a tedio, e che e'
ragguardi all'animo mio buono ch'io ho verso lui e ogni altro che ha buona
intenzione com'egli; e anche abbia rispetto al piacere con che io le scrivo: e
pure ho delle faccende, secondo mio pari debole; nondimeno ogni cosa lascio per
lui volentieri. E dicendo a lui dico a me, chè non so fare quello ch'io debbo.
D'una cosa ho io maraviglia di voi; che voi avete, come hanno anche dell'altre
vostre pari, più
gonnelle e più adornature per la vostra persona; e non vi siete
curata d'adornare un poco il
libro di
Nostra Donna, che sapete con che
copritura
l'avete. Tutto dì vedete, che si vergognano le genti di tenere loro
libri,
eziandio mondani, con triste coverte in
casa. Or se così è, che si dee fare
delle cose della Madre di Dio? Buono per voi, avete cominciato a volere sapere
le sue laude e le sue glorie, e sarà bene che le sue cose onoriate. E però
mandaretemelo, e farovvelo fare bello. Almeno che sia coperto orrevolmente in
questa santa Natività. Beato chi tale Natività intendesse! E lieta sarete ancora
d'aver cominciata tal
mercatanzia: ma vuolsi seguitare.
Guido ha letta quella
lettera, e insieme ridemmo sopra essa, sopra più parti; e il pensieri delle
Sacca loda, perchè 'l sito gli pare atto e divoto. A Dio v'accomando. -
LAPO, al piacer vostro.