Al nome di Dio, amen.
Anno Domini, dall'incarnazione di esso
1410, a dì 31 del
mese di
luglio. Fatto a
Prato, in
porta Fuia, nella
camera della
casa dell'abitazione
dell'infrascritto
Francesco di Marco: presenti,
ser
Magio Bartolozzi
di
porta Fuia,
Francesco di Domenico Naldini del popolo di
San Piero Maggiore di
Firenze,
Barzalone di Spidalieri da
Prato
cittadino fiorentino, frate
Francesco di Iacopo Buosi da
Prato frate
dell'
Ordine di
san Francesco, e
Luca del Sera del popolo di
San Michele Berteldi di
Firenze;
testimoni a queste cose habiti in voce
rogati,
e dal detto
Francesco
codicillatore ancora specialmente
rogati.
Vera cosa è,
Francesco di Marco Datini,
mercante di
Prato,
cittadino
fiorentino, sopra la disposizione de' suoi
beni nuncupativamente senza
scritti aver fatto
testamento, scritto per mano di
ser
Lapo Mazzei di
Prato,
notaro fiorentino pubblico: ma perchè insino all'uscita della vita è
lecito partirsi da
legge di qualunque ultima voluntà; e perciò, per la
condizione e delle cose vari successi, sia di bisogno lui mutare consiglio:
per la qual cosa il detto
Francesco, sano della mente e del sentimento,
avegnadiochè infermo del corpo, per i presenti
codicilli, il
testamento
predetto comandò attenere et avere pienissima fermezza. Queste cose
nondimeno aggiunse; cioè:
Che in prima lasciò, de'
beni suoi, a
Francesco di ser Lapo Mazzei da
Firenze
fiorini 200 d'
oro; e se non vivesse, lasciò a'
fratelli del detto
Francesco, ovvero al detto
ser
Lapo. E se caso avverrà che i detti
Francesco e
ser
Lapo morissero senza figli legittimi e naturali, allora et
in quel caso volse i detti
fiorini 200 d'
oro tornare al
Ceppo del detto
Francesco, e non altrimenti: se non che, esso
Francesco e
ser
Lapo
decedenti con figli, allora dopo la morte di tutti detti
Francesco di ser Lapo
e del detto
ser
Lapo e di tutti loro figli legittimi e
naturali, così presenti come futuri, che debbono nascere di detto
Francesco e
ser
Lapo, ovvero alcuno di loro, mentre che viverà, i detti
fiorini 200 ritornino al
Ceppo del detto
Francesco.
Ancora lasciò al
figlio, cioè a
Piero, del detto
ser
Lapo, suo
fattore, a
vita,
fiorini 200 d'
oro; e lui morto, comandò e volse che i detti
fiorini 200
ritornino al
Ceppo del detto
Francesco.
Ancora comandò e volse il detto
Francesco di Marco, che il detto
ser
Lapo sia et esser debba
esecutore del detto suo
testamento et ultima
voluntà, insieme con la detta madonna
Margherita del detto
Francesco
donna,
Luca del Sera da
Firenze,
Barzalone di Spedalieri da
Prato, e
Lionardo di Tommaso di Giunta da
Prato, in qualunque parte del suo
detto
testamento e ultima voluntà sono nominati la detta madonna
Margherita,
Luca,
Barzalone e
Lionardo, ad alcuna cosa operare et
eseguire o vero deliberare.
Tutte l'altre cose nel suo
testamento et ultima voluntà da qui indietro
per lui fatto e còndito, pienissimamente confermò. E questi volle essere i
suoi
codicilli et ultima voluntà, i quali e la quale valer volse per
ragion di
codicillo e di altra ultima voluntà, per la quale valere potesse meglio e
tenere.