Onorevole fratello carissimo. Io sono più vago delle
vivande de' marinai,
che di quelle de' principi: ma il presente vostro è più tosto da principi che da
marinai. Mai nol vidi più bello; e così spero sarà buono: e quantunque a me sia
carissimo per ogni rispetto, pure mi dolgo del pigliarne voi tanta fatica.
Ringraziovene quanta posso; e per Dio vogliate meco usare quella sicurtà che si
de' infra i veri amici; che non ha mestiero di mostrarla per niuno segno di
fuori. Basta che voi e le vostre
case sono tali a me, quale sono io
medesimo e le cose mie, ed e converso, ec
.. Salutate la donna per mia
parte, e ditele che troppo mostrò la sua ubidienza grande a venire per così
grandissime piove. Poco dopo la sua partita, venni a
Firenze, e
manda'nele
due
cavalli, non pensando ch'ella fosse per così crudel tempo messa a camino: ma
i veri ubidienti non guardano a ubidire, come fece ella. E di questo è molto da
comendare. Cristo vi conservi nella sua grazia. In
Firenze, dì xvii
settembre. -
Per lo vostro
Guido di messer Tomaso.
Francesco di Marco, in
Prato, onorevole amico carissimo.