Al nome di Dio, amen. Fatta a dì vij di
maggio 1395.
A dì passatto ricevemo vostra lettera, per la quale avemo, detto dì di sopra,
fiorini cinque dal
fondagho, per parte di
paghamento de'
Crociffisso. Ène in
termine ch'è
disegnato così bene, che se l'avesse
disegnato Gotto, non si
potrebbe migliorare. Del fatto d'essere ben servito, non c'è di bisogno
ramentare.
E più dite che sia dato a'
legnaiuolo, per quel
chonpasso a la
basa,
lire otto.
Noll'ànno date, inperò ch'era a fare un pogho nel
legname. Voglio prima sia
fatto, ch'abbi i
danari.
Dicemi fia fatto
lunedì sera, e alotta lo farò vedere a
Sdoldo, e farògli
dare i
danari, e non prima.
Aperesso vi dicho che, detto dì, mattina, venne frate
Giovanni Ducci di
Santa Croce,
in chui avete rimesso del fatto de'
Crocifisso: e io credendo ch'e' si
'ntendesse, lo istemo a udire; e di chosa che bisognasse, dicea il contradio: e
dichovi tanto, che se avesimo seguito il detto suo, che sarebbesi paruto chosa
da nerbi. Laond'io abiamo voluto fare a nostro modo, sì che non sia fatto beffe
di noi. E fececi forte maravigliare; e disse che se noi nollo facessi' a suo
modo, che non se ne inpacerebbe: e noi gli dicemo, che non volavamo far chosa
che fusse fatto beffe di noi.
Lasciate il pensiere a noi, che faremo si che ve ne loderete. Altro non c'à a
dire. Idio vi guardi senpre. Maderete iscritti i Santi che volete nella
basa: in
prima San Fracescho e poi gli atri, chome vi piacie, insino in cinque o in sei. -
NICHOLÒ di Piero,
Lorenzo di Nicholò,
dipintori.
Francescho di Marcho, in
Prato, datto propio. NL.