+ Al nome di Dio. A dì XVII di gienaio 1396. A dì XII di questo giunsi qui, grazie a Dio, e qui è la nave di Ramon Feriere che va a Barzalona, che partirà di qui a II dì sanza fallo, e io me n'andrò cho llui, ch'è buon pasaggio. Idio ci conducila a salvamento. Chome que' di Pisa v'arano avisati, io mi parti' da Pisa i sun u liuto per andare a Gienova, e andavi suso a modo d'un sachardo, che no mi potevano far danagio niuno. Dichovi non si viene chosì sichuro chome mi pensava: avemo ventura e buon tempo, e nondimeno, quando fumo apreso di Portoveneri, uno brighantino armato ci die' la chaccia da X miglia. Avavamo gran vantagio: fugimoci a uno chastello nella Riviera si chiama Rimagiore, ch'ène apreso di Portoveneri a VIII miglia, e quegli de la tera ci difesono, altrimenti arabono asagiato di prendere detto liuto. Ma io non avevo paghura: son certo, se preso l'avesono, io non v'arei nulla perduto. Sarete stati avisati de liuto fu preso a la foce del Serchio da una ghaleotta. Aveva armato a Marsiglia ed eravi suso più persone, ed ànone presi questi apreso vi dico: Simone di Stagio e uno suo fante e Lionardo Manegli e Nicholoso Andrea Omelino; e ànogli tuti rubati e vogliogli fare rischatare. I su deta ghaleotta v'era suso Ghuido da Pisa: non si sa di certo se s'è padrone o no. Idio gli aiuti e schonfonda tute le fuste che male fanno. Nè altro per ora non v'ò a dire. Christo vi guardi. TUCCIO di GIENAIO, salute. Di Gienova.