Al nome di Dio, a dì xiij di febraio 1393. Di poi ch'i' parti' di chostà non t'ò scritto per non vedere il bisongno. Questa ti fo perché faci mettere in eseguizione le chose che apresso dirò. E prima, io scrissi ieri a Bernabò che faciesse mettere a punto la mula e 'l morello e che dimattina, per Nanino manovale, le mandassi. E dìsili che alla mula facesse mettere il freno nuovo e lla sella nuova e lla chovertina vermilglia, e che di ferri e d'ongni altra chosa faciesse ch'ella fosse bene a punto, e chosì il morello; e che rechasse la chaveza della mula cholla chatena, e chosì una altra per lo morello. Penso che a tutto arà dato buono ordine, e che a tte arà detto tutto: se fatto non fosse, lo fa fare all'auta di questa. E se Nanino non volesse venire elli, manda Matterello. Presto la mula a meser Filipo Chorsini, e Nanino o Matterello manderò per fare ghovernare la mula e che lla rimeni da Pisa, ché insino a Pisa aranno andare, che poi va, detto messer Filippo, a Genova per mare; sì che fa che no manchi che dimane di buon'ora ci sieno. Sómmi poi pensato che tu dia ordine di mandare qua domatina Nanni da Santa Chiara chol leardo e chol picholino e choll'asina sua e chol morello, charichi de le lengnie della logia; e 'n su l'asinucia nostra possono mettere la sella del morello e uno staio di panìcho e 4 ghalline buone e parechie frutte, se ve n'è, sì che some 4 di lengne m'ài a mandare e quest'altre chosette sulla ciugha nostra. E perché Nanni da Santa Chiara non potrebbe menare 5 bestie, mando chostà Chastangnino che merà la mula elli; e Nanino manovale, o Matterello, che venghi per andare a Pisa, aiutino menare le bestie al detto Nanni da Santa Chiara; e dì loro che facino la via da San Pagholo, su per Palazuolo, e venghino per la via di sotto da Chanpi; e lla mula dì che menino a chasa Stoldo. A Bernabò dissi ti dicesse chom'è se nno m'è fatto torto, che m'è detto da più valenti uomeni di questa terra ch'io ò lla ragione. Ò speranza in Dio e ne' buoni uomeni di questa terra che torto non mi sia fatto, e dalla mia parte nulla ci lascierò a fare: Dio ch'è Singnore, al buon fine e tosto me ne rechi. Altro non ti dicho per questa. Dio ti guardi. Franciescho di Marcho, in Firenze, salute. Monna Margherita, donna di Franciescho di Marcho, in Prato. 1393 Da Firenze, a dì 13 di febraio. Risposto a dì detto.