Al nome di Dio, a dì iij d'aprile 1394 Per Nanni da Santa Chiara ti scrissi ieri quanto allotta mi richordai; da poi non c'à molto di nuovo, se no che i' òe dati a Guido di meser Tomaso f. 600, ed elgli àe iscritto ch'io "deba avere"; e' detti danari farà iscrivere a suo chonto insino che llo Ghonfalone m'abia fatto per riformagione quello dirà Guido; e in chaso che no llo facesse, si farà rendere i danari idrieto e darànomi la sentezia e arò poi a difendermi dallo Ghonfalone, se nmi daranno inpaicco. Ma io credo che qua chape ongni chosa, che, chome che questa pitizione sia iniqua, pure credo si vincerà andando Guido di meser Tomaso in sue la ringhiera e poi io, e fare' tutto mio podere, chon ongni amicho, che lla si vincha. Idio, per sua santa grazia, chonceda quello che dèe eser il melglo. Io mando chostì Chastangnino perché meni qua la mula e llo ronzino morello. Potrà esere io sarò chostì domane da sera, ser Lapo e io e Cristofano; e ancho potrà esere che io non vi sarò, perché da una ora a una altra achagiono delle chose che chonviene che l'uomo muti proposito. I' òe fatto iscrivere al Podestà, e ancho io gli òe iscritto, che lgli piacca istringnere Lodovicho di ser Iachopo e Giovanni di Francescho o vero di Giovanni pilliciaio, per modo non partano di Palagio sanza avermi fatto sichuro di quello debo avere da loro. E chon questa ne sarà una altra al detto meser lo Podestà, che lgli piaca volere farmi ragione e giustizia di questi due sopra tutti. E perché io mi credo che ser Chimenti non vole fare chontro a Lodovicho, sarà chon questa una a Niccholò di Piero e Filipo nostro, dove iscrivo loro che siano chollo detto meser lo Podestà, e prièghello che nmi facca ragione di fatto di questi due. Delgli altri, pùe chomunali, lascio lo 'ncharicho a ser Chimenti, che farà volentieri quello gli sarà possibile. E pertanto fa che, se puoi, istasera mandi per Niccholò di Piero e ser Filippo, e dìe loro che siano al Podestà e rachomandimi a lui e prièghinllo che lgli piacca farmmi ragione in mandate per detti due, per modo che gli vengha fatto e ch'elgli no lgli lasci partire, ch'e' sodino di paghare quello mi debono dare. Elgli lo dèe fare di ragione e per vighore della lettera de' Singnori, e perché quello domando è chosa gusta; e s'e' rettori fossono quello debbono, non bisongnerebe tante chose fare; ma tutti i loro pari, e ongni altro, volontieri fughono i ranno chaldo, per gli nostri pechati. Istefano d'Arigho, chome chamarlingho di quella opera della Pieve dè dare f. sei d'oro, che qua si pagharono a don Lionardo monacho, che fece quelle finestra della altare della Donna: fa di mandare per essi, chon dire che tue n'ài bisongno per fare le spese della chasa; e intorno a ccò di quello ti pare se fa bisongno, e fa tuo podere d'avergli. Apresso ti richorda di mandare per Domenicho di Giovanni vochato Tarpuca, e fatti dare quelli danari puote. E' dè dare chostà danari, e qua f. 38 per sevo. Dilgli quello ti pare chortesemente, chon dirgli si sforzi uno pocho per amore de' chasi che achorono tutto dì; e dilgli quelle buone parole saprai, se tti pare che bisongnano. E per simile modo manda per maestro Lorenzo dello maestro Angnolo zopo, o tue dì a ser Chimenti vi vada, e dichagli truovi modo di mandare qua, a dì 15 di questo, a paghare f. 50, che questi miei promisono per lui quando mandò la filgluola a marito. E se fa bisongno manda per ser Ischiatta e Niccholaio Martini che lglele dichano, sarà chon questa una lettera: a lui fàlglele dare, e fa d'avere la risposta per uno de' tre ch'io ti dicho: se escho di parechi, tardi vi rinchapo mai. Che Dio mi dia grazia ch'io mi ghoverni da que innanzi melglo ch'io non ò fatto di que adietro. Iscritto insino a que, n'ebi una tua per lo familglo di meser Piero: perché non c'è tenpo, farò brieve. Per lo detto ebi il chavalino e llo morello: vorei che meser Piero avesse menata la mula, perché pùe orevole potrà essere. Chostà non manderò Chastangnino da poi che c'è meser Piero; e llo morello e llo chavalino, e' potrà essere. Farò sanza venire chostà per ora, perché siamo in sulle peste; e d'altra parte atendo Manno da Pisa, forsse domane. Non so che partito mi prenderò: anchóra credo pùe tosto non venire che venire; provedi tue chome ti pare e pensa a fare quello credi che bene sia. Per questa non ti posso dire altro. Arei charo fossi qua a queste belle prediche dello Veschovo di Firenze, chome che per tutto sono belle prediche, pure che ll'uomo e lla donna facca bene per tutto è nostro Singnore dove si fanno l'opere sue. Pure non pò altro che giovare a chi e' ode la parola di Dio e da sì fatti uomeni chome il Veschovo. Se a Dio piacerà, tosto daremo ordine a una bella e buona vita. Idio ti guardi. per Francescho di Marcho, in Firenze. Ischusami a ser Chimenti, che per questa non c'à modo falgli risposta a una sua auta per llo familglo di meser Piero; riferisci cho lui tutto quello ti pare che bisongni in tutti i nostri fatti: che Dio ce n'aiuti, se gli piace. Monna Margherita, donna di Fracescho di Marcho, in Prato. 1394 Da Firenze, a dì 4 d'aprile.