Al nome di Dio, a dì 27 di febraio 1398. Iersera diliberai, in servigio di Stefano di ser Piero, di mandare chostì Nanni; e perch'io lèsi insino a le 6 ore, non ti pote' fare risposta a la tua lettera. Richòrdati, se tu nonn ài vicitato la moglie di Vieri Ghuadangni, che tu la vada a vicitare, chome ch'io credo l'abia vicitato, e dille che buon pro le faccia del prioraticho. Mandoti de la cruscha e la ghatta: dì a la Lucia che n'abi buona ghuardia. Mandami, se tu v'ài, panni sucidi, se tti pare, e farò fare uno buchato di questi e di chotesti: mettegli in u sacho ch'io ò dato a Nanni, e iscriverogli a punto nel chonto di chostà, e mandate una paio di panni lini per Ghuido. Idio ti ghuardi. Io sarò chostì domenicha sanza più mancho. Dì a Nicholò de l'Amanato ch'i' ò chative novelle da figliuolo da Cristofano che gli vuole me' ch'a sé, ch'egl'è più tristo l'un dì che l'atro. E che farà bene di scrivegli per modo che lo 'ntenda, e io farò simile. per Francescho di Marcho, in Prato. Monna Margherita, donna di Francescho di Marcho, in Firenze.