Al nome di Dio. A dì 8 d'aghosto 1394. Iersera vi scrisi una lettera per Nanni di ser Iachopo di Pangno, e chon detta, vi mandai due lettere che vi mandòne iStoldo; cioè, l'una mandò egli e l'atra no' so chi ve la mandava; e, chon dette lettere che vi mandava iStoldo, ve ne fu una ch'andava a Pistoia: istamani la mandai per Michele del Chanpana, e chosì diene l'atre a chui andavano. Nicholaio di Giovanni da Charmignamo, fornacaio in Tavola, è suto qui a mona Margherita e dice ch'àne mandato sette charate di ghanbiere; dice, vorebe che voi gli prestiate qualche 25 lire o 'n 30 lire; iscrivete quello volete faciamo: se volete gle prestiamo e donde gli dobiamo avere. E più dice che ci manderà i mattoni martedì o mercholedì sanza fallo; rispondete più tosto potete, ché lunedì dice verà per ese. Mona Gulia n'ò mandata e paghatala a ragone di f. otto l'anno; ella inferma di grande manichonia e grande dispiacere che no' si chontentava; ed è buono pezo ch'ella no' ci si chotentò per suo difetto, poscia che voi sapesti quello fatto, avea grande manichonia di no' c'esere quando voi tornasti: preghòmi ch'io la lascasi andare, e io chosì feci. Altro no' dicho. Idio vi guardi. Rachomandami a chi tti pare. per la Margherita, in Prato. Il formago che vene da Filettere n'òne partito uno, e no' mi piace; ma no' di meno io te ne mando tre chopie: asagialo, iscrivi quanto vi pare. Franciescho di Marcho da Prato, in Firenze, propio. 1394 Da Prato, a dì 9 d'aghosto, per Chastangnino. Risposto dì XI.