Al nome di Dio, dì xv di gienaio 1394 A dì 23 del pasato ebi letera da Lapacio di Iachopo di Chafa e mandomi, per le ghale' di Romania, pani xv di ciera e scrivemi che detta ciera io la venda e ch'io vi rimeta, de' primi danari, f. 150 d'oro gli pongnate a sua ragione. Il che vi dicho qui charichai pani xiij e ij no potè avere, la mandai a Pisa a Nicholò de l'Amanato la venda per lo chorso e i danari gli scrivo, rimeta chostì a voi, gli pongnate a chonto del dito Lapacio: chome ve gli rimetono, n'aviserete. Qui si scharichò ciera asai e no ci si trova da vendere a chontati, se no per derata abatuta; pensomi, per vantagialo, vendela a tenpo di ij o di iij mesi. E' primi danari ci verano per le mani, vi rimeterò l'avanzo per insino a f. cl chome vi scrive. Avisami ch'io la mandi a Roma se mi pare: il che vi dicho è tropo grande pericholo e a sichurala none dicie niente. Farone chome mia fosse e di tuto sarete avisato. Nè altro ci è a dire. Cristo vi ghuardi. Michele di Iachopo Lotieri, in Ghaeta Franciescho da Prato, in Firenze 1394 Da Ghaeta, a dì xv febraio Risposto